Vino greco di Bianco: il più antico d’Italia

Importato dai Greci è considerato il nettare degli dei. Ne parliamo con la più antica delle aziende vinicole produttrici, Ceratti di Bianco

vigneto Ceratti

Il vino greco di Bianco

Se chiudiamo gli occhi possiamo ancora immaginare i nostri fondatori durante i noti simposi intenti a pasteggiare su comodi divani pasteggiando le primizie con il vino. Il vino era, ovviamente, quello greco da loro stessi prodotto: quel nettare degli dei che ancora oggi, da millenni, si produce solo nel territorio di Bianco. Ne parliamo con l’azienda vinicola più antica del territorio, la Ceratti, che produce, alla maniera di “Esiodo” secondo la tradizione, il vino greco nelle zone di Bianco e Casignana.

Accertato che sia il più antico d’Italia, il vino greco di Bianco, prodotto doc reggino, secondo la tradizione fu introdotto da uno sconosciuto colono greco nel VII secolo a. C. che trapiantò nei territori della costa ionica reggina un tralcio di vite, perché in terra straniera gli ricordasse la patria lontana. Del resto, la stessa leggenda della fondazione di Reggio parla dell’incontro tra la vite e il fico da cui nacque, appunto, la città. Da allora questo nettare ha varcato i millenni, diventando famoso anche a Roma, tra imperatori e patrizi, e giungendo fino a noi.

Ancora oggi, il vino greco di Bianco, si produce sempre e solo in questa porzione di territorio ed è ottenuto da uve passite, che, come suggeriva il poeta greco Esiodo dovevano seguire un procedimento di appassimento specifico, per dieci giorni e dieci notti al sole e per cinque conservati all’ombra.
Consigli di qualche millennio fa che costituiscono il tradizionale procedimento seguito tuttora dall’azienda vinicola più antica del territorio, fondata nei primi del ‘900 da Umberto Ceratti e proseguita dal figlio Pasquale e dal nipote Umberto, che gestisce una realtà il cui solco è stato tracciato dal nonno e successivamente ampliata anche con l’azienda agrituristica a Casignana.

Passito afrodisiaco e terapeutico

Le leggende vogliono che il vino greco possieda particolari “poteri” rigeneranti sia per il corpo che per la mente, che venisse donato come premio ai vincitori delle Olimpiadi nell’antica Grecia e che aiutò i Locresi a vincere contro i Crotonesi nella battaglia del Sagra, anche se in minoranza, proprio perché si erano nutriti di questo nettare.

Le sue proprietà furono lodate da Virgilio e Plinio il Vecchio e pare che le proprietà afrodisiache fossero decantate anche dai Romani, cosa di cui rimane memoria sia in un’iscrizione muraria rinvenuta a Pompei che nella villa romana di Casignana.

Nettare gradito particolarmente ai sacerdoti dell’antica Locri che gli attribuivano virtù divinatorie e terapeutiche, veniva usato per curare varie malattie e nell’Ottocento prescritto come ricostituente nelle convalescenze, nelle malattie acute e persino per le nevrosi.

“Profumo di zagara” scriveva Soldati

Questo “elisir di lunga vita” è un vino passito di colore giallo ambrato, ha un delicato aroma e un sapore vellutato, che si abbina molto bene alla pasticceria e ai formaggi, per cui è considerato un vino da dessert.

«Il vitigno greco Bianco da cui assume la denominazione è molto particolare e versatile – spiega Umberto Ceratti – da un quintale di uva si produce circa il 25-30% di prodotto, perché l’uva deve essere di ottima qualità. Parliamo di un vino dolce, non stucchevole al palato, grazie all’equilibrio tra quantità naturale di alcool e persistenza di acidità».
Dal «profumo di zagara, quindi, di fiori d’arancio, dolce ma non troppo» scriveva Mario Soldati, nel suo volume “Vino al vino”, frutto dei reportage in giro per l’Italia che lo portarono anche a Bianco, dove fu ospite proprio a casa Ceratti. «All’epoca lo ospitarono mio nonno e mio padre e nel libro Soldati parla anche di questo soggiorno da noi, oltre che del vino» conferma
Umberto Ceratti.

La passione prima di tutto

Produrre viti passiti e nello specifico il greco di Bianco richiede tanto amore per l’attività e per la propria terra. «La passione prima di tutto è, infatti, il nostro slogan perché per essere produttore di greco di Bianco o sei appassionato o getti la spugna al primo intoppo perché non è facile. Se non metti la passione, non puoi fare il produttore di questo tipo di vino che richiede una qualità estrema e la capacità di reagire alle avversità», come il caldo e gli incendi, spiega Ceratti. Da qui la scelta di diversificare. La versatilità delle uve ha consentito di dare origine a vini diversi, ognuno con precise caratteristiche. «Noi infatti – conclude Ceratti – produciamo, oltre al passito, anche un ottimo bianco secco, da pasteggiare col pesce, il Rùdina Igt Bianco, che prende il nome proprio dagli antichi palmenti rupestri della zona di Ferruzzano».

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