Videogiochi ex cinema Orchidea: «Facciamo un museo degli Arcade»

La proposta della presidente della comunità patrimoniale di via Giudecca, Simona Lanzoni, per recuperare e valorizzare i videogame presenti nella struttura realizzando un vero e proprio Museo degli Arcade

Un museo degli Arcade. Giochi di un tempo che rappresentano un patrimonio inestimabile dei nostri tempi e che potrebbero diventare una sorta di museo di archeologia dei media. È questa la proposta della presidente della comunità patrimoniale di via Giudecca, Simona Lanzoni, che ha inviato apposita pec agli organi competenti, al fine di recuperare e valorizzare i videogame presenti all’interno dell’ex cinema Orchidea, dove nei giorni scorsi è stato avviato lo sgombero ai fini della riqualificazione della struttura.

Per lo storico Super Cinema di corso Matteotti, si ricorda, dopo anni di abbandono ed incuria, è concretamente iniziato il percorso che, come da progetto individuato in seguito all’accordo con l’ordine degli architetti, lo porterà a diventare sede del nuovo Mediterranean Cultural Gate, un polo destinato ad ospitare eventi culturali e artistici di spessore.

Nel frattempo, si pone il problema della collocazione dei vecchi videogame presenti all’interno della struttura.

Tra i progetti dell’amministrazione, stando alle dichiarazioni di questi giorni, c’è il fine di esporre le “macchinette” in luoghi dove hanno attinenza, ma non sarebbe meglio realizzare un vero e proprio museo degli arcade?

Si potrebbe valutare, infatti, scrive la Lanzoni nella pec «un possibile riutilizzo dei videogiochi Arcade per fini turistici e culturali perché, patrimonio di archeologia dei media. Gli elementi andrebbero conservati e inventariati, eventualmente restaurati o ripresi con le competenze adeguate; la presenza dei cabinati è base possibile per un’esposizione e in seguito per diventare un nucleo di un museo degli Arcade».

«L’opportunità di aggregare i cabinati esistenti in Cinema Orchidea con gli altri dislocati in diversi depositi del sequestro Campolo – prosegue la presidente della comunità di via Giudecca – potrebbe rappresentare il più grande patrimonio italiano, qui, a Reggio Calabria e divenire il più importante nel settore di “archeologia dei media”».

Un’iniziativa già realizzata peraltro in altre città italiane e non solo, fa notare la Lanzoni, come l’International Arcade Museum® (IAM) e Killer List of Videogames® presso il Museum of the Game®, il più grande centro educativo al mondo incentrato sull’arte, le invenzioni, la scienza e la storia dei divertimenti, delle macchine a gettoni, dei giochi e dei videogiochi industrie.

«Il caso reggino potrebbe essere il primo di iniziativa pubblica – rincara, dunque, la presidente, chiedendo – un’urgente sollecitazione dell’amministrazione comunale a non disperdere quanto c’è, ma tentare di stoccare, inventariare e custodire presso il deposito comunale il maggior numero di questi pezzi storici in attesa di fondi per la possibile realizzazione di un progetto di restauro, conservazione ed allestimento di un centro espositivo multimediale internazionale».

«Ad oggi, tuttavia, la pec è rimasta senza risposta – conclude la Lanzoni – ma la speranza è quella che non venga sprecato per disinteresse o per mancanza di fondi il patrimonio della nostra giovinezza. Quei videogiochi sono una risorsa, volano turistico per i giovani e meno giovani calabresi, italiani ed europei amanti dei videogames».

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