Un pomeriggio con la star del fitness, Jill Cooper, per “ripartire”

Facciamo due chiacchiere con la regina indiscussa del wellness che sarà a Reggio oggi e domani con una doppia iniziativa, “Un pomeriggio con Jill” e la quinta edizione del Jill Cooper Freedom

Jill Cooper

Jill Cooper ormai a Reggio è di casa. Sia per lo stretto rapporto professionale e di amicizia che la lega alla top trainer Saveria Arcudi, dirigente della CKC Palestre, sia perché è letteralmente innamorata della nostra città. “Vuoi mettere il mare, lo Stretto, l’Etna sullo sfondo, Reggio è maestosamente bella” dice. E aggiunge, “per non parlare del gelato di Cesare. Adottatemi!”.

Con la sua allegria e solarità, la regina indiscussa del fitness, ma anche del wellness, personal trainer di tante vip e insegnante in numerose trasmissioni tv (di recente anche concorrente del Grande Fratello), sarà di nuovo a Reggio oggi e domani con una doppia iniziativa: “Un pomeriggio con Jill” e la quinta edizione dell’ormai attesissimo Jill Cooper Freedom”.

Ne abbiamo approfittato per fare due chiacchiere e farci raccontare di entrambi gli eventi e anche un po’ di lei.

Jill, domani sarai impegnata con il Freedom a spasso per la città e oggi ti occuperai di “Fluid” e di un “ritiro”. Di cosa parliamo?

“Il Fluid è il frutto di una mia ricerca personale, di lavorare in calistenico. Una parola che viene dal greco e che significa bellezza e forza. Si tratta di un allenamento in ‘quadrupedia’, con il quale facciamo lavorare il corpo a 360°, alla ricerca di forza, elasticità e allungamento. Cioè andiamo a trovare proprio delle prese che sono difficili da raggiungere con altre tecniche. Neanche il Superjump ti permette di fare quello che puoi fare con Fluid. Si tratta di una disciplina che ti mette in discussione, perché ti fa rendere conto dei punti deboli ed è eccellente come allenamento, non solo di potenziamento e modellamento ma anche come anti-invecchiamento”.

Può farlo chiunque?

“Sì. Può farlo chiunque. È un’attività a corpo libero, senza scarpe né attrezzi ginnici. Si usa soltanto il proprio corpo. La cosa più bella del Fluid è la massima libertà nell’interpretare il movimento, perché ogni corpo è diverso. E un’insegnante che dice si fa solo così, non è una brava insegnante, perché se è vero che c’è la giusta impronta di un esercizio è anche vero che un uomo di 1,80 m e una donna di 1,60 non hanno le stesse leve, lo stesso raggio d’azione per eseguire il movimento. Per cui, il mio invito è, senza alcun giudizio, quello di adattare il movimento sul tuo corpo”.

Quindi ci si mette alla prova?

Sì, ci si mette alla prova però non voglio spaventare nessuno, perché si comincia e si fa quel che si può. Magari una persona accanto a te sta facendo una flessione militare stile soldato Jane e tu la stai facendo con le ginocchia piegate a terra ma sono entrambe giuste perché stai lavorando al livello che va bene per te”.

I risultati si vedono?

“Sì. Sia dal punto di vista della forza che del modellamento del corpo ma in modo armonioso. E poi è una disciplina calistenica, in cui si possono riconoscere i movimenti dello yoga o del pilates, ma andiamo un po’ oltre, con meno schemi, perché ci muoviamo verso un viaggio teso ad aprire il massimo possibile il corpo in potenza e in raggio articolare”.

Parliamo del ritiro. È la prima volta che lo presenti a Reggio?

“Lo scorso weekend ho fatto un ritiro a Roma, con una trentina di persone. A Reggio è la prima volta. Si tratta di un momento destinato a far capire che se vuoi cambiare ‘è la volta buona’. Durante la lezione io spiego perché non riusciamo a cambiare, ti faccio capire come ragiona il tuo subconscio per bloccarti e ti dò i mezzi, le armi e gli esercizi che, se li porti a casa e cominci a ripeterli tutti i giorni, ti portano finalmente a cambiare”.

È tutto teorico?

“E’ quasi tutto teorico con delle pratiche che sono esercizi ma non ginnici, bensì di scrittura sul diario, con lo specchio, con il training autogeno. Esercizi che servono a far riflettere e dialogare con il tuo diciamo ‘critico interiore’ per capire quali sono i meccanismi bloccanti, perché si prova a cambiare tutto in una volta e perché questo è fallimentare. Vedi, il nostro corpo è programmato per proteggerci dall’uscire dalla zona di confort, perché è terrorizzato dall’idea di affrontare una cosa sconosciuta. Io ti faccio capire quali sono i meccanismi, perché questo succede e una volta spiegato il percorso, non sei più di fronte a qualcosa di mistico che ti spaventa perchè sai dove mettere le mani. Io ti faccio vedere il percorso, cominci a ragionare e, una volta che riesci a riconoscere i meccanismi è più facile catturare il critico interiore o il pensiero negativo che cerca di prendere il sopravvento e dire no aspetta io posso, io sono in grado, io merito di più, io sono di più … e puoi ottenere di più”.

Ci sono delle regole valide per tutti, anche in gruppo?

“Sì, perché le regole di base, i meccanismi della neurogenesi, dell’epigenetica, del vedere con gratitudine o pessimismo sono uguali per tutti. Poi ovviamente, andiamo per gradi, se una persona ha un problema serio, ad esempio, una depressione, una storia di maltrattamenti importante, a quel punto sono la prima che dice è meglio che ti fai seguire individualmente da una professionista. Però anche per questi soggetti, il solo ammettere che c’è un problema da affrontare può essere un primo approccio. Può significare, ok ho frequentato questo pomeriggio mi sono resa conto che ignoravo dei sentimenti che mi stanno bloccando e che ho bisogno di aiuto esterno, perché non riesco ad aiutarmi da sola. A quel punto il mio consiglio è quello di cercarti una terapeuta che ti possa accompagnare nella ricerca”.

Come mai hai intrapreso questo tipo di percorso?

“Perché dopo 40 anni in questo settore ho sentito ogni scusa esistente sul pianeta terra per la quale le persone non possono tornare in forma! In tutti questi anni ho fatto dimagrire e rimettere in forma migliaia di persone, per poi vederne tante tornare indietro. Anche dopo il periodo del Covid, ho incontrato gente che mi ha detto ‘Sai mi sono allenata con te, mi sono trovata bene’. E quando domandavo ‘E adesso?’, ‘Ho smesso’ mi rispondevano. Allora, ho cominciato a chiedermi ma perché se una persona vede che un allenamento è positivo, perde peso, si sente bene, poi torna indietro? E quindi è diventata una vera e propria missione, per aiutare le persone a non essere nemiche di loro stesse”.

Ci salutiamo con una battuta su Reggio… ormai possiamo dire che sei di casa!

“Vero. Intanto ho un legame con Saveria e con Cosimo della CKC Palestre che va al di là del lavoro. La stima nei confronti di Saveria è immensa, una donna al Sud, e sappiamo bene cosa significa, che riesce sempre a cogliere nel segno e a far vedere quanto valiamo come donne per me non ha prezzo.

E Reggio poi che dire è bella, maestosa, elegante, infatti stavolta mi fermo un po’ di più proprio per godere di Saveria, di Cosimo e della città.

Forse non avete idea di cosa voglia dire stare in un luogo come questo, affacciato sullo Stretto, con l’Etna sullo sfondo. Per non parlare del cibo ma è inutile che te lo dico! E poi c’è il mio gelato al bergamotto da Cesare che non trovo in nessun altro posto al mondo. Sai che ti dico adottatemi, così posso mangiare il gelato tutte le volte che voglio”.

Così rischi di ingrassare…

(ndr risate) E vuol dire che mi allenerò di più!”.

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