Teatro Primo: in scena “‘A Cirimonia”

Prosegue con doppia replica, oggi alle 18:30 e alle 21:00, dello spettacolo scritto e diretto da Rosario Palazzolo, la rassegna di drammaturgia contemporanea al teatro Primo di Villa San Giovanni

La rassegna di drammaturgia contemporanea continua al Teatro Primo di Villa San Giovanni (RC). Oggi, con due repliche programmate alle 18:30 e alle 21:00, andrà in scena lo spettacolo ‘A Cirimonia, scritto, diretto e interpretato dal noto regista, drammaturgo e attore Rosario Palazzolo. In scena, insieme a Palazzolo, ci sarà anche Anton Giulio Pandolfo. Lo spettacolo rappresenta un’occasione unica per immergersi in una delle creazioni più intense e provocatorie della drammaturgia contemporanea.

La Trama di ‘A Cirimonia

Nel cuore dello spettacolo ci sono due personaggi che si trovano in un luogo che ha smesso di rivelarsi. Lì celebrano una cerimonia sghemba e apparentemente inutile, un rito che li obbliga a un dialogo che, a prima vista, sembra privo di senso. Il dialogo si sviluppa in una lingua ruvida, deforme, asintattica e straripante di silenzi, pieni di paura. Tuttavia, questa conversazione evolve e si trasforma, diventando un urlo, esigendo un ritmo drammatico e una musicalità surreale. Fino al fallimento finale, che i due personaggi sembrano voler raggiungere intenzionalmente. Il loro obiettivo è proprio il fallimento, la scelta consapevole di non completare mai ciò che credono di aver iniziato.

Le note di regia di Palazzolo

Nel suo intervento, Rosario Palazzolo offre una lettura profonda e articolata dei suoi personaggi. ‘U masculu e ‘A fimmina, i protagonisti de ‘A Cirimonia, sono due entità atterrite e, allo stesso tempo, indomite. Cercano di costruire il limite più spaventoso di tutti, quello che separa ciò che è vero da ciò che non lo è. La verità, per loro, è un obiettivo impossibile, una ricerca che rimane sempre al di là della loro portata. A loro modo, cercano di raggiungere questa verità attraverso presupposti fasulli e certezze che ritengono acquisite, ma che si rivelano essere fragili e illusorie. I due personaggi si manifestano come alter ego mediocri e finti tonti, alle prese con piccole peripezie che hanno però il patto di non confrontarsi con la disperazione, o perlomeno di ometterla, corrompendo il ricordo.

Secondo Palazzolo, la memoria è una forma di autodeterminazione, qualcosa di indotto e quindi incerto, che traballa insieme alle fondamenta sulle quali costruiamo le nostre verità. Questo processo, che inizia con il concepimento di una cronologia, innesca il movimento dell’immaginazione. L’autore sottolinea la necessità di un approccio più esplorativo, che vada oltre la prova empirica, in favore di deduzioni che non hanno paura di scommettere su possibilità e incertezze. La verità, dunque, diventa una scelta tra molte, e non una certezza assoluta.

Il Workshop: “In guerra col mondo è la pazzia”

In concomitanza con lo spettacolo, Rosario Palazzolo sta anche conducendo un workshop per attori al Teatro Primo dal titolo “In guerra col mondo è la pazzia”. Questo percorso esplora il concetto di pazzia, sia nell’accezione di essere pazzi che nell’essere considerati tali. Il laboratorio si concentra sulla sperimentazione di forme di vita che rifiutano la chiusura in un discorso finito, abbracciando invece la vastità delle possibilità. Un processo che celebra l’apertura, l’imprevedibilità e l’onore delle molteplici opzioni, senza paura delle impossibilità.

La restituzione del Workshop al pubblico

Domenica 24 novembre, alle 19:00, il pubblico avrà l’opportunità di assistere alla restituzione finale di questo workshop. I partecipanti, attori e spettatori, potranno esplorare insieme i risultati di questo percorso di ricerca teatrale, mettendo in luce il lavoro collettivo e la tensione creativa che ha caratterizzato il laboratorio. Una serata che si preannuncia come un momento di riflessione e di confronto sull’arte e sul significato profondo della pazzia nella vita e nel teatro.

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