Staiti: un piccolo grande gioiello - CULT and Social

Staiti: un piccolo grande gioiello

Il comune più piccolo della Calabria con circa 200 anime è un vero e proprio gioiello bizantino della ionica reggina, arroccato alle falde dell'Aspromonte

Quando piccolo è bello. Potrebbe essere questo il “claim” di Staiti che si è guadagnato l’appellativo di più piccolo comune della Calabria perchè sul suo territorio vi vivono 200 anime o poco più. Adagiato sul fianco della Rocca Giambatore, alle falde dell’Aspromonte, nella provincia ionica reggina, il borgo vive come in un tempo “sospeso”, tra passato e presente. Con la sua atmosfera intima e familiare, i suoi tesori bizantini, greci e barocchi che si mescolano alla moderna street art che colora le vie, Staiti può essere accostata alla mitica Macondo dei “Cent’anni di solitudine” di Gabriel Garcia Màrquez.

Le origini di Staiti

Le prime notizie storiche di questa “bomboniera” risalgono intorno al 1500 quale luogo di avvistamento parte del feudo di Brancaleone, allora retto dai Ruffo di Calabria.
Ma sicuramente, le sue origini sono molto più antiche come testimoniano i reperti archeologici ritrovati e l’antichissimo uso della lingua greca, fino ai tempi recenti.
Il nome derivata dalla famiglia che lo acquistò e fortificò, cedendolo poi ai principi Carafa di Roccella che lo tennero fino ai primi dell’800.

L’abbazia di Santa Maria de’ Tridetti

Vero simbolo di Staiti, l’abbazia di Santa Maria de’ Tridetti, fu scoperta tra i “rovi”, completamente abbandonata, da Paolo Orsi all’inizio del Novecento.

L’archeologo la datò all’XI secolo, ma il suggestivo tempio unisce vari stili: bizantino, greco, arabo. Le sue origini restano dunque incerte ma secondo le leggende, pare che fosse stata edificata dai Locresi, in onore di Poseidone, il dio del mare, per averli salvati da una tempesta. Al suo interno, la statua dedicata al dio era coperta da un prezioso mantello di gemme poi trafugato da Annibale. Il ritrovamento di una moneta con raffigurato Poseidone sembrerebbe avvalorare tale ipotesi, così come il nome “Tridetti” che potrebbe derivare dal simbolo del dio del mare, il “Tridente”.

Ad ogni modo, l’abbazia, con la sua fusione unica tra Oriente e Occidente, è stata dichiarata monumento nazionale. Ed è stata scelta come una delle location (insieme al resto del borgo), per le riprese di Kalavrìa, il film documentario di Cristina Mantis che racconta il viaggio di Ulisse nella nostra regione.

Museo dei Santi e Sentiero delle chiese bizantine

Oltre alla chiesa di Sant’Anna e alla barocca Santa Maria della Vittoria, un’altra perla del borgo è il “museo dei Santi Italo-Greci“ che raffigura 22 pregevoli icone bizantine dei santi che hanno scelto il territorio quale luogo per la loro vita spirituale e che cammina di pari passo con il “Sentiero delle chiese bizantine” inaugurato nel 2018, per valorizzare la cultura greco-ortodossa in Calabria.

Un itinerario ideale lungo la tradizione bizantina che è un vero e proprio museo a cielo aperto, realizzato attraverso 18 bassorilievi, in terracotta, opera degli scultori Francesco e Fortunato Violi, sparsi lungo le vie di Staiti e corredati da pannelli informativi multilingue che arredano le mura della città senza comprometterne l’identità.

La Street art

Staiti è anche “street art”. Non passano inosservate, infatti, le porte artistiche, delle case del borgo, dipinte, colorate e con sopra riportate frasi con messaggi sociali importanti.

Il lavoro è stato realizzato dal Servizio Civile nel 2018, con la collaborazione della proloco.

Oltre all’immersione nella scenografia naturale e suggestiva del borgo, tra storia e natura, Staiti offre anche altro ai visitatori.

Tra tradizioni e folklore, la festa di Sant’Anna, anima nella seconda metà di luglio, dal 16 al 24, l’intero paese, con celebrazioni religiose, fiere, bancarelle, fuochi d’artificio e il consueto “ballo du sceccu”.

Per i golosi, poi, imperdibile la sagra dei “maccarruni”, appuntamento che si rinnova la seconda domenica di agosto con la tipica pasta lavorata in casa con i “cannici” e condita con ragù di capra.