Rodolfo Zehender: l’uomo che illuminò Reggio

Ricordiamo oggi, nell'anniversario della sua scomparsa, avvenuta il 19 novembre 1930, il pioniere della modernità, l'ingegnere che portò la luce e il tram a Reggio Calabria

Nel contesto della storia reggina, poche figure hanno lasciato un’impronta così profonda come quella di Rodolfo Zehender. Ingegnere, innovatore, visionario, fu uno dei principali artefici della modernizzazione, colui che “portò” la luce e il tram in città, due progetti che segnarono l’inizio di una nuova era per Reggio Calabria.

Una storia di impegno e sacrificio

Rodolfo Zehender nacque a Reggio il 14 luglio 1862, in una famiglia di tradizione militare e amministrativa. Suo padre, Giovanni, era un proprietario terriero e intendente di Finanza, mentre la madre, Maria Grazia Raho, apparteneva a una famiglia benestante. Zehender discendeva da Nicolò, tenente colonnello del secondo reggimento estero del Regno delle Due Sicilie.

La sua infanzia fu segnata da difficoltà: alla morte del padre, a soli 14 anni, divenne capofamiglia e si trovò a dover affrontare le difficoltà economiche della sua famiglia. Nonostante le avversità, Zehender non smise di studiare e, lavorando duramente, riuscì a diplomarsi geometra con il massimo dei voti, un passo che lo avrebbe portato a intraprendere una carriera di successo. Mise su famiglia, sposandosi con Luisa Mauro ed avendo ben sette figli (tra cui il famoso pilota automobilistico Goffredo).

Dalle Ferrovie all’Ingegneria: la carriera

La sua carriera professionale prese avvio nell’ambito dell’ufficio tecnico erariale di Reggio Calabria e successivamente nelle Ferrovie dello Stato. La combinazione di lavoro e studio gli permise di affinare le sue capacità tecniche e di perseguire una vocazione che presto lo portò a laurearsi in ingegneria civile al Politecnico di Napoli, con il massimo dei voti. Questo periodo di formazione lo plasmò come un ingegnere con una visione innovativa, pronto a lanciarsi in progetti che avrebbero avuto un impatto duraturo su Reggio e l’intera regione.

La luce elettrica: la rivoluzione a Reggio

Uno dei più grandi contributi di Zehender al progresso reggino fu l’introduzione della luce elettrica. Nel 1906, fondò la “Società Riunite di Elettricità”, di cui divenne direttore generale sotto la presidenza del barone Francesco Mantica. Questo passo segnò l’inizio di una vera e propria rivoluzione tecnologica per Reggio Calabria. L’azienda non solo portò l’energia elettrica alla città, ma espanse i suoi progetti anche in altre aree. In Aspromonte fondò la “Società Idroelettrica Vasì” per l’illuminazione delle zone montane. L’innovazione nel settore energetico, che vedeva le industrie del Nord Italia scettiche riguardo le possibilità di sviluppo nel Meridione, divenne una realtà concreta grazie alla lungimiranza dell’ingegnere reggino.

Nel 1906, fondò anche la “Zehender & C.”, con sede a Palmi, che forniva energia elettrica anche a Bagnara e Scilla. La prima centrale idroelettrica, situata sul torrente Sfalassà, cominciò a produrre energia il 15 aprile dello stesso anno, trasformando l’acqua in luce per le città dell’Aspromonte.

Il Tram: l’alba della mobilità urbana

Un altro progetto innovativo di Zehender fu l’introduzione del tram a Reggio. Nel 1911, fondò la “Società Anonima Tramvie di Reggio Calabria” (SATRC), di cui divenne il primo direttore. La città, che fino ad allora aveva vissuto una mobilità urbana limitata, si dotò di un moderno sistema tranviario che collegava il centro cittadino con le zone periferiche.

Il 10 marzo 1918, il primo tram attraversava Reggio, dal ponte Annunziata al Calopinace, passando per il cuore della città. Questo progetto fu un passo fondamentale verso la modernizzazione della città, che si dotò di sei elettromotrici bidirezionali per il trasporto pubblico.

Il servizio rimase attivo fino al 1937, quando venne sostituito dagli autobus municipali ma l’opera di Zehender rimase un simbolo dell’innovazione infrastrutturale che aveva segnato la Reggio del primo Novecento.

Il contributo alla vita sociale di Reggio Calabria

Oltre alle sue imprese industriali, Zehender contribuì anche alla vita sociale ed economica di Reggio Calabria. Nel 1915 fu inserito tra i “Cavalieri del Lavoro”, un riconoscimento per il suo contributo all’economia nazionale, mentre nel 1916, fu nominato membro del Consiglio di Amministrazione della Regia Scuola Industriale della città, incarico che lo impegnò nel miglioramento della formazione professionale locale.

L’eredità di Zehender

Rodolfo Zehender morì a Reggio Calabria il 19 novembre 1930, all’età di 68 anni, lasciando un’eredità indelebile. La sua visione innovativa e il suo impegno nel miglioramento delle infrastrutture pubbliche hanno avuto un impatto profondo sulla comunità reggina e sono stati determinanti per lo sviluppo della città, consentendole di “rialzarsi” durante gli anni difficili del primo Novecento, soprattutto quelli post-terremoto.

A lui, oggi, è dedicata una via, che conduce al plesso di ingegneria, quale tributo alla memoria di un uomo che, con la sua determinazione e lungimiranza, ha saputo “illuminare” Reggio Calabria.

Share via