La rivoluzione del 1860: l’incontro Anassilaos

Giovedì 30 gennaio alle 16:45 presso la sala Giuffrè della Villetta De Nava la lezione del professor Carmine Pinto nell'ambito degli approfondimenti della mostra "Fare l'Italia"

Proseguono gli approfondimenti organizzati nell’ambito della mostra “Fare l’Italia”, promossa dalla Biblioteca Pietro De Nava e dall’Associazione Culturale Anassilaos.

La mostra, ospitata presso la Sala Giuffrè della Biblioteca De Nava, sarà visitabile fino al 28 febbraio 2025. L’iniziativa gode del patrocinio del Comune di Reggio Calabria, del Dipartimento di Studi Umanistici/DIPSUM dell’Università di Salerno, dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, dell’Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano e dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea.

Una lezione sulla “rivoluzione nazionale del 1860”

Tra gli eventi in programma, giovedì 30 gennaio alle ore 16:45, si terrà presso la Sala Giuffrè della Villetta De Nava una lezione dal titolo “La rivoluzione nazionale del 1860”. Relatore sarà il professor Carmine Pinto, storico e ordinario di Storia Contemporanea presso l’Università di Salerno, nonché consulente scientifico della mostra.

Il 1860 rappresenta un anno cruciale per la storia d’Italia: in quell’anno si realizzò, anche se in forma provvisoria, l’unità territoriale che portò alla proclamazione del Regno d’Italia il 17 marzo 1861. Tuttavia, l’unificazione si completò solo successivamente con l’annessione del Veneto nel 1866, di Roma e parte del Lazio nel 1870, e del Trentino e del Friuli nel 1918.

I plebisciti che cambiarono il destino d’Italia

L’unità d’Italia fu resa possibile dai plebisciti che, nel 1860, sancirono l’unione di diverse regioni con il Regno di Sardegna. Tra le date più significative:

  • 11-12 marzo 1860: plebisciti nello Stato Pontificio (Legazione delle Romagne), nel Ducato di Modena e Reggio, nel Ducato di Parma e Piacenza, e nel Granducato di Toscana.
  • 21 ottobre 1860: plebisciti nelle Province Napoletane e Siciliane.
  • 4-5 novembre 1860: plebisciti nelle Legazioni delle Marche e dell’Umbria.

Le domande rivolte agli elettori variavano da regione a regione. Nel Centro-Nord si chiedeva: «Volete l’unione alla monarchia costituzionale di Re Vittorio Emanuele II?», mentre nel Meridione il quesito recitava: «Il popolo vuole l’Italia Una e Indivisibile con Vittorio Emanuele Re costituzionale e i suoi legittimi discendenti?».

Il ruolo della Seconda Guerra di Indipendenza

La configurazione territoriale dell’Italia post-Congresso di Vienna fu sconvolta dalla Seconda Guerra di Indipendenza del 1859, nata dall’alleanza tra Francia e Piemonte. Determinante fu il contributo delle truppe francesi di Napoleone III, che insieme all’esercito piemontese combatté sanguinose battaglie, come quelle di Solferino e San Martino.

Nonostante l’armistizio di Villafranca, deciso unilateralmente da Napoleone III senza consultare i Piemontesi, la spinta verso l’unificazione era ormai irreversibile. Grazie all’abilità diplomatica di Camillo Benso, conte di Cavour, si evitò la restaurazione dei sovrani destituiti nei Ducati di Toscana, Parma e Modena, così come nelle Legazioni Pontificie.

La nascita dell’Italia reale

Il 1860 vide la nascita di un’Italia non certo ideale, quella dei rivoluzionari, ma concreta e reale, frutto di compromessi politici e del talento dei suoi protagonisti:

  • Il genio diplomatico di Cavour, capace di negoziare anche in situazioni difficili, come la cessione di Nizza e della Savoia alla Francia in cambio dell’appoggio di Napoleone III.
  • Il carisma e le capacità militari di Garibaldi, nonostante i contrasti con Cavour.
  • L’acume strategico di Vittorio Emanuele II, che seppe appoggiare il proprio primo ministro nei momenti chiave.
  • L’attività complottistica, spesso fallimentare, di Giuseppe Mazzini, sfruttata da Cavour per intimidire le altre potenze europee con lo spettro di una rivoluzione popolare.
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