Reggio celebra la Giornata internazionale della Lingua Madre
L'evento "Radici e Voci: la lingua madre come ponte tra culture" si terrà domani alle 9:30 presso palazzo San Giorgio nella sala dei Lampadari "Italo Falcomatà"
Domani a Reggio Calabria, la celebrazione della “Giornata Internazionale della Lingua Madre“. L’evento, alle 9:30, presso la sala dei Lampadari “Italo Falcomatà” di palazzo San Giorgio, è organizzato dal progetto SAI (Sistema di Accoglienza e Integrazione) del Comune di Reggio Calabria ed è intitolato “Radici e Voci: La Lingua Madre come Ponte tra Culture“. L’obiettivo è rimarcare l’importanza della lingua quale strumento di integrazione e valorizzazione delle diverse identità culturali.
L’evento
La giornata si aprirà con i consueti saluti istituzionali e la presentazione dell’evento da parte delle autorità locali, tra cui il sindaco di Reggio Calabria Giuseppe Falcomatà, l’assessore alle politiche sociali e minoranze linguistiche e lingua greca di Calabria Lucia Nucera, la referente del Centro SAI di Reggio Calabria Francesca Azzarà ed il responsabile della Cooperativa WORK Mario La Russa.
Seguiranno gli interventi di esperti del settore tra cui: il presidente del Club UNESCO SCILLA Francesco Porcaro, il responsabile di EXODUS Calabria Pasquale Ambrosino, e la rappresentante di International House Maria De Martino.
L’evento si concluderà con un confronto aperto ed i saluti finali.
Tutela delle lingue come patrimonio comune
Aspetto caratterizzante e significativo dell’evento sarà la sessione dedicata alle testimonianze ed alle espressioni linguistiche curate dai beneficiari del Progetto SAI dei Comuni di Reggio Calabria, Ardore e Condofuri; con racconti, letture e contributi in diverse lingue.
La Giornata Internazionale della Lingua Madre rappresenta fattivamente un’occasione per riflettere sulla tutela delle lingue come patrimonio comune e per promuovere una società inclusiva, in cui la diversità linguistica sia considerata una ricchezza per tutti.
La nostra regione, si ricorda, vanta una grande ricchezza in tal senso e tre importanti “minoranze” linguistiche dal valore inestimabile: il nostro grecanico, l’arbereshe e l’occitano.