Pietra Cappa, la regina dell’Aspromonte

Monolite tra i più grandi d’Europa, si staglia nella vallata delle Grandi Pietre in mezzo a una natura incontaminata e ad avvincenti leggende

Ipotesi suggestive e fantasie galoppanti sono sempre state scatenate nell’immaginario collettivo dalle caratteristiche pietre presenti nel territorio reggino. Megaliti dalla forgia insolita, disseminati un po’ dappertutto, e, soprattutto, tra i sentieri dell’Aspromonte incantato, che si stagliano imponenti da migliaia di anni rimanendo avvolti dal mistero e dalle leggende popolari.

Per spiegare le loro origini si scomodano, infatti, letteratura, fantascienza, esoterismo e religione, non disdegnando gli extraterrestri, il Santo Graal o Gesù e gli apostoli.

Il monolite più grande d’Europa

Il primato in questo senso spetta senz’altro a Pietra Cappa, la regina dell’Aspromonte, con la sua enorme e misteriosa mole che la colloca tra i monoliti più grandi d’Europa. Un mistero già nel nome che forse potrebbe risalire a “Pietra Cauca” o “Gauca” ossia “pietra vuota”, in quanto scavata e che potrebbe riferirsi a tutte le rocce con grotte della Vallata delle Grandi Pietre, dove si rifugiavano gli eremiti basiliani.

Pietra Cappa, Gesù e San Pietro

Tornando alle leggende, Pietra Cappa, il più grande di questi dolmen, nacque addirittura ad opera di San Pietro.

Si narra, invero, che, mentre predicavano la buona novella, Cristo e i discepoli giunsero anche ai piedi dell’Aspromonte e qui fecero penitenza raccogliendo alcuni pesanti massi che il Signore trasformò in fumanti pagnotte, lasciando solo Pietro con un piccolo boccone quale punizione per aver raccolto un misero ciottolo. Riconoscendo il proprio errore, fu lo stesso Pietro a volere che quella pietra restasse lì a ricordo della sua malizia e sfiorandola con un dito la fece diventare talmente grande da ricoprire il terreno tutt’intorno.

Poi, una volta diventato il custode del cielo, nell’enorme macigno, l’apostolo decise di imprigionare per l’eternità la guardia che schiaffeggiò Gesù davanti al Sinedrio, i cui colpi contro la nuda roccia e le grida di dolore vengono sentiti ancora oggi dai pastori e dai passanti.

Pietra Cappa e i Templari

Ma Pietra Cappa riveste un ruolo rilevante, addirittura, nel mistero dei Cavalieri Templari.

Raccontano le leggende, infatti, che Reggio, oltre ad essere la patria della Decima Legione Fretense che crocifisse Gesù e trafugò i tesori del tempio di Gerusalemme, tra le cui fila militavano Longino, il legionario che trafisse con la lancia il costato di Cristo e il funzionario Lucius Artorius, ossia il vero re Artù, e dei numerosi crociati dai quali ebbero origine i cavalieri di Malta, fu anche il punto di partenza dei monaci che fondarono l’ordine di Sion, i quali ebbero la rivelazione del Graal, la simbolica coppa del sangue di Cristo, proprio a Pietra Cappa.

E qui, nelle sue misteriose ramificazioni che arriverebbero sin nelle viscere della terra, si sarebbero stabiliti, e, in seguito, nascosti, i Cavalieri del Tempio, rendendo la Regina dell’Aspromonte ancora più enigmatica e affascinante.

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