Peppe Valarioti: la fiaccolata sul suo ultimo cammino
Venerdì 11 ottobre la marcia da San Ferdinando a Nicotera per ripercorrere gli ultimi spostamenti del giovane politico di Rosarno prima di essere ucciso per mano della 'ndrangheta
Una marcia, anzi una fiaccolata che da San Ferdinando arriverà a Nicotera Marina per ripercorrere l’ultimo cammino di Peppe Valarioti, il segretario della sezione comunista di Rosarno ucciso nella notte del 10-11 giugno del 1980 dalla ‘ndrangheta.
L’appuntamento è fissato per venerdì 11 ottobre.
La lunga fiaccolata partirà alle 18:00 dal ristorante Gaetanaccio, alla foce del Mesima, per raggiungere il ristorante la Pergola di Nicotera, dove Peppe Valarioti rimase vittima dell’agguato mafioso.
La fiaccolata e il film documentario
L’iniziativa, oltre a rendere omaggio al giovane politico, punta a promuovere la raccolta fondi per il film documentario “Medma non si piega” (per il quale è stata lanciata anche una campagna di crowdfunding), dedicato alle vittime dimenticate della ‘ndrangheta.
Promossa da Ugly Films, piccola casa di produzioni indipendente, l’iniziativa ha il sostegno dell’Anpi della provincia reggina, della provincia di Vibo, del comune di Nicotera e della Casa del Popolo Giuseppe Vaarioti di Rosarno.
“Venite muniti di fiaccole belle ardenti, torce e pile luminose – scrivono gli organizzatori invitando la cittadinanza a partecipare – perché dobbiamo fare luce nel buio della SP36 di Nicotera Marina”.
Una luce che ancora si attende, perchè sulla morte di Valarioti non è mai stata fatta giustizia.
Chi era Giuseppe Valarioti
Per spiegare chi era Giuseppe Valarioti, prendiamo in prestito le parole del libro “Il caso Valarioti” degli autori reggini Danilo Chirico e Alessio Magro.
Peppe “viveva a Rosarno, in Calabria. Era un insegnante precario. Pensava che la politica e la cultura fossero strumenti per sconfiggere la ‘ndrangheta e offrire un’opportunità ai giovani del suo paese”.
Dirigente del PCI, era sempre al fianco degli operai, dei braccianti e degli studenti per tutelare i diritti e lo sviluppo della Piana di Gioia Tauro e contrastare lo strapotere del malaffare.
È stato ucciso a trent’anni, la notte tra il 10 e l’11 giugno 1980, mentre usciva dalla cena con cui il Pci festeggiava la vittoria alle elezioni, in un agguato a colpi di lupara.
Fu il primo omicidio politico in Calabria, “il battesimo di sangue della Santa, la nuova ‘ndrangheta” la cui ascesa cambiò il destino regionale, per sempre.
La vicenda giudiziaria durò undici lunghi anni: tra testimonianze e ritrattazioni, superpentiti non creduti, faldoni smarriti. Nel 2011 fu costituito un comitato per chiedere la riapertura delle indagini sul caso Valarioti. Tuttora, il suo omicidio è rimasto senza giustizia.