Palmi e Cilea: un amore incontrastato
L’amore per Palmi, sebbene se ne allontanò in tenera età, rimase sempre forte nell’animo di Francesco Cilea che ricordò sempre con "affettuoso pensiero, la lontana e generosa terra natia"
“Signor Sindaco, vi prego di dire alla nostra diletta Palmi tutta la mia filiale riconoscenza e tutto il mio amore. Ditele che essa è e resterà nel mio cuore con un attaccamento tanto più vivo e tenace, quanto più il cumulo degli anni affretta il mio distacco dalla vita” così scriverà Cilea a Francesco Carbone poco tempo prima di morire.
L’amore per Palmi, sebbene se ne allontanò ancora in tenera età, rimase sempre forte nell’animo del Maestro che ricordò sempre con ‘affettuoso pensiero, la lontana e generosa terra natia’, curando personalmente, fino alla fine, l’invio dei libri, dei cimeli e dei materiali destinati al Museo intitolato a suo nome.
Ma Palmi non fu certo da meno.
Per la cittadina che gli ha dato i natali Cilea era letteralmente un eroe: il suo ritratto spiccava in tutte le case, la gente partecipava alla sua fama e quando tornava si faceva prendere dalla febbre a quaranta, mettendo gli abiti della festa, chiudendo le botteghe, issando le bandiere alle finestre, mandandogli baci con le mani e cantando in coro la sua musica, e quando partiva, l’evviva a Cilea bruciava lo spazio ‘arrivando per un atto di grazia e d’amore alle stelle’ scrive Leonida Rèpaci nel suo Taccuino Segreto.
La morte del maestro non affievolì l’amore dei palmesi verso Cilea anzi se possibile l’aumentò.
Oltre alla volontà di avere le spoglie mortali nella città, deliberando all’unanimità l’edificazione del Mausoleo inaugurato il 28 novembre 1962, Palmi ricorda il caro Ciccillo con prestigiosi concorsi e concerti.