Palizzi: il borgo dove comincia l'Italia - CULT and Social

Palizzi: il borgo dove comincia l’Italia

Palizzi è il borgo più a Sud della penisola coi suoi calanchi che ricordano la Cappadocia o la Luna ed è anche la città del vino, dei catoi e dei palmenti

Il punto più a sud dell’Italia tra le 7 città di Aristotele

Importantissimo per la sua posizione geografica, il borgo si colloca nella parte più estrema della penisola, quella che un tempo veniva chiamata Esperia o Enotria, ovvero terra d’Occidente e del buon vino. Secondo alcuni era una delle 7 città ricordate da Aristotele e fondate dai Calcidesi, secondo altri dai Pelasgi nominati da Omero. Intrisa di storia fin nell’essenza, Palizzi fu descritta dal geografo greco Strabone come confine tra le antiche colonie di Rhegion e Locri, accennando alla particolarità delle cicale che da un lato cantavano e dall’altro stavano zitte, trovandosi «in un luogo ombroso», da cui deriverebbe per alcuni studiosi anche il nome.

I primi insediamenti si svilupparono all’interno degli anfratti naturali, i cosiddetti “Catoi” o “Catoja”, che in dialetto calabro, significano ambienti sotterranei, utilizzati anticamente per conservare il cibo e come rifugio durante le invasioni e che oggi ospitano le abitazioni di recente costruzione.

Palizzi, a partire dal XVII secolo, è stata anche meta del Grand Tour, il lungo viaggio nell’Europa continentale effettuato dai giovani dell’aristocrazia europea per perfezionare le loro conoscenze.

Palizzi Superiore e il castello

Palizzi superiore è dominata dal castello che si staglia su una rupe che sovrasta il paese da cui è possibile godere di una vista panoramica che abbraccia la costa ionica per chilometri e chilometri.

Pare sia stato edificato dai Ruffo nel XIV secolo o forse addirittura in epoca risalente. Anche se non si hanno notizie certe sulla datazione, una lapide attesta che il castello era presente già nella seconda metà del ‘500.

Dichiarato Monumento Nazionale dal ministero della Cultura e sottoposto a un lungo restauro, il castello pare sia stato edificato dai Ruffo nel XIV secolo (o forse in epoca risalente). Una lapide attesta che era già presente nella seconda metà del ‘500.

Dell’antico maniero, che d’estate si riaccende grazie alla tradizionale apertura di palmenti e catoi, rimangono le alte mura di cinta, le bocche di fuoco e le celle carcerarie ricavate nella roccia.

Da Pietrapennata allo scoglio del Panettone

Tra le frazioni di Palizzi, c’è Pietrapennata, posta a più di 600 metri sul livello del mare, una delle più suggestive cittadine da cui si possono osservare scorci e panorami magnifici. Qui si conserva, nella chiesa dello Spirito Santo, un gruppo marmoreo cinquecentesco attribuito al Gagini e da qui passano sia “Il sentiero dell’inglese”, in memoria di Edward Lear, che una tappa del Cammino Basiliano che percorre la Calabria da nord a sud.

Spropoli, invece, definito come il “paese delle colline marmose nella valle degli oleandri”, è un piccolo borgo vicinissimo al mare, a breve distanza dal Promontorio d’Ercole (Capo Spartivento).

Palizzi Marina, infine, è la frazione più grande, meta turistica celebre per le spiagge e il mare.

Qui si trova il lungomare più corto d’Italia, come si legge sulla targa apposta qualche anno fa nella frazione, e la scogliera del Panettone, il punto più a sud della penisola, tra i simboli di Palizzi e senz’altro tra gli angoli di mare più suggestivi del borgo.

La città del vino, oggi IGT

Tipico del luogo è il “Palizzi”, vino molto conosciuto che ha ottenuto la denominazione IGT (ovvero Indicazione Geografica Tipica) e che ha reso noto il borgo come “città del vino”.

Secondo alcuni storici, sembra che fin dall’800 le imbarcazioni francesi arrivassero sino a Palizzi per acquistarne il vino da mescolare con quello d’Oltralpe.

Sembra di stare sulla Luna…

Somiglianti ad una piccola Cappadocia o piuttosto a un paesaggio lunare, i calanchi bianchi di Palizzi sulla Costa dei Gelsomini, non sono altro che sedimenti di mare, scolpiti dal tempo. Costituiti per lo più da gusci di piccoli organismi di plancton, sono chiamati anche “trubi” e fanno parte dei Siti di interesse comunitario (SIC).

Le montagne “con la neve sul mare” rappresentano un patrimonio naturalistico di grande rilevanza che affascina i viaggiatori, per le striature bianche che si alternano a quelle di colore grigio azzurro. Nel luogo, caratteristici sono i “ponsai”, alberi nani cresciuti così per via dello scarso nutrimento del terreno argilloso e il raro “ginepro fenicio”.