Morgana: la fata dello Stretto - CULT and Social

Morgana: la fata dello Stretto

Misteriosa e affascinante, la fata Morgana è la leggenda simbolo di Reggio Calabria. E quando il mare è particolarmente calmo la magia diventa realtà e la Sicilia sembra così vicina da poterla toccare

Morgana è fata, sacerdotessa meravigliosa e dispettosa. Decantata per secoli dai poeti, la fata rimane la protagonista indiscussa delle leggende reggine e dello Stretto. Fin da un tempo lontanissimo si narra, infatti, che dopo aver “rubato” i segreti della magia al mago Merlino, Morgana accompagnò il fratello Artù morente alle pendici dell’Etna e qui vi costruì un palazzo incantato, dove nessuno osava avvicinarsi senza che lei volesse.

La Sicilia e l’inganno al re barbaro

Col passare del tempo, crebbe nostalgia di Camelot e Morgana infatti iniziò a divertirsi ad ingannare i conquistatori che si avventuravano in quel tratto di mare, facendo apparire la Sicilia a due passi e annullando improvvisamente la magia, facendoli infrangere contro le coste o affogare. Tra le vittime più note vi fu proprio un re barbaro che, fermo sulle rive reggine dello Stretto, contemplava bramosamente l’isola di fronte impotente davanti al mare. Fu allora che la potente fata decise di palesarsi e prendersi gioco di lui. Con un solo cenno, disegnò la costa siciliana a pochi passi e il re si lanciò verso l’isola convinto di raggiungerla con poche bracciate, affogando invece miseramente.

Ruggero e la fede

Anche Ruggero il Normanno fu incantato dai sortilegi di Morgana. Un giorno dell’anno 1060, mentre passeggiava solitario sulla spiaggia reggina meditando sul modo migliore di conquistare la Sicilia occupata dagli Arabi, la fata decise di mostrarsi “in pace”. Nell’aria si diffuse una musica di guerra e un profumo di zagare, il mare iniziò a ribollire e la bellissima Morgana apparve con il suo cocchio tirato da sette cavalli bianchi, invitando Ruggero a salire per arrivare in Sicilia. Ma lui rifiutò. Allora Morgana con un colpo di bacchetta magica lanciò tre sassolini bianchi nell’acqua e, come per incanto, sorsero palazzi, case e la costa così vicina da raggiungerla con un passo. Ruggero pur incantato da tanta meraviglia rifiutò e disse a Morgana che avrebbe liberato la Sicilia con l’aiuto di Dio. Tutto ciò che era apparso sullo Stretto improvvisamente scomparve, e, così, senza l’aiuto della fata, Ruggero impiegò molti anni per conquistare l’isola.

Il mito di Morgana vive ancora oggi

Il mito della fata che esce dal mare con il suo cocchio che ha ispirato anche la leggenda dell’Olandese Volante (il vascello fantasma dei Pirati dei Caraibi) trae origine dal noto “effetto ottico” che si verifica quando ci sono particolari condizioni meteorologiche nelle acque dello Stretto e che in tanti giurano di aver visto.

Ancora oggi, nelle giornate calde, col cielo sereno e il mare piatto, può capitare che Morgana si affacci sulla lingua di mare tra Reggio e Messina e faccia rimbalzare tre sassolini sulla distesa azzurra. E subito appaiono uomini, palazzi, montagne e l’intera isola sembra così vicina da poterla quasi toccare.

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