Mattia Preti, il Cavalier Calabrese
L'amore per l'arte e per la natia Taverna segnarono tutta la vita del genio calabrese, secondo solo a Caravaggio, di cui oggi ricorre l'anniversario
Accade spesso che la Calabria dia i natali a personaggi straordinari destinati a lasciare il loro segno nel mondo. E ancora più spesso accade che questi spicchino il volo, lasciando nella terra natia solo piccoli segni del loro passaggio.
Così non fu per Mattia Preti. Sebbene condotto dal destino e dal suo spirito inquieto nel gotha dell’arte seicentesca, il genio pittorico del barocco, considerato ‘secondo solo a Caravaggio’, non dimenticò mai la sua Taverna, dove nacque il 24 febbraio del 1613. E pur allontanandosene ancora giovane, per raggiungere il fratello Gregorio artista avviato nella capitale, volle lasciarvi diverse testimonianze della sua grandezza.
L’amore per Taverna segnò tutta la sua vita, al punto che da Roma, Napoli e Malta, già consacrato nell’Olimpo della pittura italiana, eletto tra i Virtuosi del Pantheon ed elevato al rango di Cavaliere, inviò regolarmente le sue opere alla terra natia.
“Anche quando la dignità e la qualità del suo talento lo porteranno lontano, la nostalgia del luogo d’origine si farà sentire forte – scrive, infatti, Vittorio Sgarbi in Santi di Taverna – un’intera vita trascorsa a Malta, quarant’anni incoronati dalle alte insegne di cavaliere gerosolimitano, saranno per lui un onore guadagnato alla patria lontana”.
Un amore superato solo da quello per l’arte che lo accompagnò fino alla fine, quando una malattia al viso lo condusse alla morte nella notte tra il 2 e il 3 gennaio del 1699 all’età di 86 anni.
Fu seppellito nella chiesa di San Giovanni, a Malta, nell’isola dove visse una sorta di “esilio” dorato come sottolineò il Frangipane, con nella mano destra l’ultimo pennello quasi a voler continuare il suo lavoro per l’eternità.
I quattro secoli trascorsi dalla sua nascita non hanno offuscato la straordinaria vicenda del Cavalier Calabrese, anzi, ne hanno esaltato il valore artistico e le sue opere sono sparse nei maggiori musei e gallerie del mondo, dal Metropolitan di New York all’Ermitage di San Pietroburgo, passando per il Louvre, in tutta Italia e nella stessa Calabria, dalla Pinacoteca civica di Reggio Calabria in su.
E se la Concattedrale di San Giovanni a La Valletta, famosa in tutto il pianeta per la Decollazione del Caravaggio, è un trionfo del Preti, tra opere, affreschi di volte e lunette, cicli pittorici, cappelle, ritratti e la stessa tomba dell’artista calabrese, Taverna non è da meno e custodisce gelosamente le sue opere più belle.
Oltre alla statua bronzea di Michele Guerrisi che lo ricorda nella piazza principale, al Museo civico, alla Chiesa di Santa Barbara, Taverna conserva immagini stupende del suo Cavaliere nel tempio di San Domenico.
Qui lo spirito si inchina di fronte alla “Predica di San Giovanni Battista con autoritratto”, dove il maestro, avvolto nella tunica dell’Ordine, con occhi pieni di segreta malinconia, ostenta nella mano destra la spada e il pennello: allegoria estrema dell’arte come “unica arma per vincere il tempo”.