“Lo Stretto che balla”: a suon di tarantella con Agata Scopelliti
Presentato il laboratorio di danze tradizionali del Centro Sud Italia presso l'associazione Incontriamoci Sempre. Da giovedì 26 al via la prima lezione
Ha registrato una grande partecipazione la presentazione del laboratorio “Lo Stretto che balla” presso la stazione Fs di S. Caterina, sede storica dell’associazione Incontriamoci Sempre Odv. In tanti, tra vecchi allievi, curiosi e neofiti hanno preso parte all’open day del laboratorio delle danze popolari tradizionali del Centro Sud Italia diretto dalla maestra Agata Scopelliti e giunto al suo 14esimo anno, nel segno del sodalizio con l’associazione reggina.
“La direttrice, la maestra Agata Scopelliti, ha illustrato con grande professionalità le linee guida del laboratorio, oltre ad insegnare i movimenti del corpo collegati ai suoni ed i ritmi, con l’intenzione di creare un gruppo coeso, nel segno dell’aggregazione e spirito di sana amicizia” ha affermato il presidente di Incontriamoci Sempre, Pino Strati, annunciando l’apertura ufficiale della stagione autunnale/invernale dell’associazione, che a breve partirà con il suo format domenicale della rassegna Calabria d’Autore.
La serata si è conclusa con un “assaggio” di alcuni passi di tarantella e pizzica e la degustazione di un buon gelato offerto dalla pasticceria Fragomeni.
Il laboratorio partirà ufficialmente giovedì 26 settembre alle ore 19,30 e avrà cadenza settimanale.
Il laboratorio, come di consueto, sarà arricchito da eventi collaterali che si terranno nel fine settimana.
“Organizzeremo delle presentazioni di libri, documentari, inerenti all’argomento, approfondimenti con docenti e ‘testimoni’ di queste tradizioni, nei confronti delle quali io mi pongo come una sorta di mediatrice” ha proseguito la Scopelliti.
Appuntamento, dunque, giovedì 26 con la prima lezione. “Mi aspetto nuove connessioni quest’anno con le persone che si aggiungeranno al gruppo che già frequenta il laboratorio, composto anche da allievi che hanno già imparato ma che hanno il piacere di venirci a trovare per stare insieme e danzare” ha aggiunto la maestra. Perchè il ballo alla fine è “terapia” e imparare a ballare il nostro Sonu a Ballu o una delle danze del centro sud Italia è divertente e interessante. In un anno si può? “E’ molto soggettivo. C’è chi ha meno freni inibitori, si lascia andare subito e impara presto. E chi invece impiega un pò di più” ha risposto la Scopelliti. “Ma un anno è sufficiente – ha concluso – per apprendere quanto meno i rudimenti”. E aggiungiamo noi, per affrontare una festa senza fare brutta figura!