Le Muse e Adisco per i 50 anni d’arte di Cristina Benedetto

Si è tenuta al Consiglio Regionale della Calabria, la retrospettiva sull'artista calabrese Cristina Benedetto che ha celebrato a palazzo Campanella i 50 anni di vita artistica

Minasi, Tuccio, Benedetto, Livoti, Fera Minasi, Tuccio, Benedetto, Livoti, Fera

Il Coro delle Muse diretto dai Maestri Enza e Marina Cuzzola ha eseguito brani della tradizione dell’area grecanica con il recupero di elementi inediti ed elaborati musicalmente grazie all’accompagnamento al pianoforte del maestro Mary Ardissone. Si è aperta così la presentazione della retrospettiva sull’artista calabrese Cristina Benedetto che, con il patrocinio del Consiglio Regionale della Calabria, dell’Associazione Culturale Le Muse e di Adisco Calabria, ha celebrato proprio a palazzo Campanella i 50 anni di vita artistica.

Il percorso artistico della Benedetto

Un percorso dell’artista Cristina Benedetto che, oggi, dopo 50 anni di attività, nella qualità di docente, si presenta in un itinerario umano, creativo ed operativo, riunendo in un unicum la sua attività. Cristina Benedetto appartiene allo Jonio, a quel mare ed a quelle conformazioni geografiche che caratterizzano la cittadina di Saline Joniche ed in particolare un piccolo borgo denominato Rocca Calojero.
La strada della sua formazione, sin dai suoi anni giovanili, non le fa percorrere le attività di famiglia dedicate al commercio, ma la inoltra alla formazione artistica, grazie alla sua emancipazione mentale e intellettuale. Sono gli inizi degli anni ’70 e l’Istituto d’Arte, luogo e crogiuolo di fermenti culturali e identità mutanti del panorama artistico e culturale tutt’ora esistenti, diventa primo centro di arricchimento della Benedetto, iscritta al Corso di Indirizzo Tessitura.
La Benedetto consegue il titolo di maestra d’arte nell’Anno Scolastico 1970/1971 e continua il suo percorso presso l’Accademia di Belle Arti di Reggio Calabria frequentando l’Indirizzo Pittura e trova in un maestro come il prof. Giuseppe Marino, artista nato a Scilla, noto nel panorama delle arti visive per la sua trasfigurazione del paesaggio naturalista, una guida ed una fonte di ispirazione da chi, a quel tempo, era già stato a contatto con i grandi Guttuso, Marzullo, Omiccioli.
Cristina Benedetto nel 1975 diviene così pittrice, iniziando il suo percorso come Artista e presentandosi a fine studi su un lavoro che racconta sogno e realtà di un paese, a quel tempo dimenticato, ma ricco di fascino come la sua storia ancora oggi ci insegna, ovvero Pentedattilo. “Non potevo non raccontare la mia terra – dice la Benedetto – la terra che conoscevo meglio e che avevo attraversato, quei territori che vedevo passando anche casualmente e che mentalmente volevo fare ritornare a nuova vita dopo il loro lento declino…”.
Una vita per la pittura, sì, ma anche una serie di interessi che l’artista sin da adolescente ha sempre avuto. Un percorso che trova così la strada – la sua – in due momenti: quello della libertà espressiva che continua fino ad oggi e quello del mondo della formazione e della didattica che in trentatré anni di attività l’ha vista insegnare in scuole medie ed istituti comprensivi quella che un tempo, veniva definita “Educazione artistica” ed oggi tramutata in “Arte ed Immagine”.

L’evento

La produzione pittorica di Cristina Benedetto è sicuramente viva ed autentica ed è dedita al racconto, quello narrativo, in cui la Calabria ne è parte attiva ha continuato a ricordare il professore Giuseppe Livoti presidente Muse e di Adisco Calabria. “Le associazioni servono a mantenere i rapporti sul territorio – fa presente Livoti – ed è importante che questo evento si amplifichi a livello regionale in un luogo che è la casa del calabresi”.

Dopo il saluto per il Consiglio Regionale della Calabria della senatrice Tilde Minasi che, ricordando anche l’impegno e l’attenzione del presidente del Consiglio Regionale Filippo Mancuso si è soffermata sul ruolo delle associazioni che promuovono cultura in Calabria e vanno sostenute poiché fanno un grande lavoro di promozione, recupero e sostegno rappresentando così la parte sana della nostra regione che vuole crescere ed emergere, si sono susseguiti i vari interventi.

Tante le presenze del mondo della cultura: la vice presidente Muse preside Orsola Latella, la scrittrice e poetessa Patrizia Pipino, la prof.ssa Pina Fera, la delegata Muse area medico scientifica dott.ssa Stefania Isola e la presidente onoraria e fondatrice di Adisco Calabria Franca Arena Tuccio che ha ribadito come cultura e conoscenza scientifica devono sempre essere presenti nella società per riflettere e costruire.

Livoti: convivono nella Benedetto diversi ambiti

Convivono nella Benedetto per Livoti diversi ambiti: “il mondo delle marine, il mondo dei paesaggi, la rappresentazione floreale, la ritrattistica. Il mare è rappresentato in ampie distese acquatiche in cui le pennellate dell’artista fanno rivivere flore e faune in movimento”. Il paesaggio invece “è sfondo delle azioni umane che la Benedetto fa immaginare poiché di azione vi è ben poco, ma solo contemplazione, lo sguardo meditativo che parte con pennellate tranquille e poco materiche e che, in fieri cambia emozionalmente e subisce quasi una trasformazione impalpabile dal richiamo acquarellato che si muove sulla tela e fa assumere un peso visivo accentuato e cangiante come le attese”. Il fiore solitario, poi “agglomerato, tenuto insieme o ingigantito non perde per la Benedetto il suo protagonismo naturale, sviluppato in armoniche alternanze che seguono la stagionalità della vita e del loro essere cellula ed unità di base di tutti gli esseri viventi”. Infine, “il ritratto – che – parte per la Benedetto sempre da una realtà oggettiva. Il soggetto così è. L’effetto grafico, allora, prende il sopravvento e pastellati segni, in particolar modo su carte dalle grammature robuste, ospitano sguardi, volti, occhi, zigomi, rughe tra vero e verosimiglianza andando così a consegnare biografie generazionali esaltati da linee guida, che emergono da un disegno”.
Un’ unità operativa – conclude Livoti – “che fa riflettere il fruitore sul ruolo del pittore prima, formato didatticamente alle regole del disegno ed ai dettami del rigore, ed al ruolo dell’artista, dopo, che usa il cromatismo per fare emergere la vis trasfigurativa segno di operosità tra idea, bozzetto, forma e sperimentazione. E se Ugo Foscolo, poeta e scrittore neoclassico, scrive lontano dal nostro tempo che ‘L’arte non consiste nel rappresentare cose nuove, bensì nel rappresentarle con novità’, Cristina Benedetto guarda il reale senso delle cose che la circondano rappresentandolo con una fusione di concetti e contenuti, poiché nella sua arte vi è resistenza, quella resistenza che è e si apre alla vita”.

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