La Torre di Giulia: a Reggio la ‘prigione’ della figlia di Augusto

A Reggio Calabria, la figlia dell'imperatore trascorse gli ultimi anni della sua vita in esilio. E forse le sue spoglie mortali potrebbero trovarsi nel mausoleo ritrovato a piazza Garibaldi

La figlia prediletta di Augusto era bella e dotata di grande cultura e intelligenza. Aveva uno spirito ribelle e anticonformista che le guadagnò, ai giorni nostri, il titolo di “prima femminista della storia“.

Si dice fosse incline a facili costumi e che condusse una vita dissoluta ma in realtà la sua esistenza fu piegata al volere del padre, che la utilizzò per suggellare alleanze con amici e nemici fin dalla più tenera età.

Infatti, ancora infante fu promessa in sposa al figlio di Marco Antonio, col quale poi non convolò a nozze essendo ripresa la guerra tra questi e Augusto, e poi al cugino Marco Claudio Marcello rimanendo vedova già a 16 anni. Quindi, fu data in sposa al generale Agrippa e infine, al fratellastro Tiberio, da cui si separò presto.

Una donna sacrificata, dunque, alla ragion di Stato che cercò di ribellarsi al potere a modo suo, circondandosi di spasimanti (tra cui l’unico realmente amato Iullo) e arrivando ad ordire un complotto contro il padre che la punì severamente.

L’esilio

Non avendo cuore di condannarla a morte, come fece con gli altri congiurati, Augusto condannò la figlia all’esilio perpetuo.

Prima la spedì nell’isola di Pandataria (l’odierna Ventotene) dove le venne proibito di vedere chiunque senza il permesso del padre, di bere alcolici e persino di indossare gioielli.

Un esilio più “morbido” la attese qualche tempo dopo a Reggio Calabria. Allora la città era un’importante civitas federata romana e qui Giulia vi trascorse il resto della vita, conducendo un’esistenza ben più confortevole.

Almeno fin quando, morto Augusto, Tiberio prese il potere: da quel momento infatti fu privata di ogni bene e costretta a vivere in totale solitudine fino alla morte nel 14 d.C.

La torre di Giulia

Come sempre, la storia si interseca con la leggenda che in questo caso vuole che la dimora reggina della figlia dell’imperatore fosse una torre, posta a sud-est dell’attuale Villa Zerbi, dentro l’antica cinta muraria.

Si trattava di una costruzione dalla base quadrata delle dimensioni di circa 8 metri, che nel corso dei secoli aveva svolto una funzione difensiva essendo posta a presidio tra la Porta Mesa e il Forte di San Francesco.

La torre rimase in vita per molti secoli finchè la mano avversa del fato, dopo il sisma del 1783, la trasformò in rudere. E quella avversa dell’uomo la demolì definitivamente nel 1789, senza operare alcuna verifica, per consentire la costruzione della strada.

Mausoleo di piazza Garibaldi, tomba di Giulia?

Ma, come detto, storia e leggenda, spesso, si intersecano e il sepolcro delle spoglie mortali di Giulia potrebbe essere riemerso dopo tanti secoli dal sottosuolo.

Gli scavi di piazza Garibaldi infatti hanno riportato in vita un’area sacra con un tempio di età augustea dei primi decenni del I secolo d.C. e un manufatto che ricorda un mausoleo funebre e che, per gli esperti, compreso il professor Daniele Castrizio, potrebbe essere proprio la tomba di Giulia.

Certamente si tratta solo di ipotesi che potranno essere eventualmente confermate soltanto dopo la ripresa degli scavi.

Di certo c’è che la figlia di Augusto morì a Reggio. E ad imperituro ricordo della sua permanenza nella nostra città c’è la via che porta il suo nome.

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