La nascita di Reggio, tra storia e leggenda

La fondazione della città secondo le leggende e la storia: da Giocasto, figlio del dio Eolo ai Calcidesi che approdarono sulle nostre coste nel lontano 730 a.C.

Aschenez e Giocasto

Narrano le leggende che la fondazione di Reggio Calabria si debba ad Aschenez, mercante e marinaio, pronipote di Noè. Egli approdò sulle rive reggine del mare Nostrum e, conquistato dall’incantevole alternanza di montagne, pianure, torrenti e dal clima dolce, vi si stabilì. Tale splendore non sfuggì ad Eolo, dio dei venti e delle vicine isole, che decise di inviarvi il figlio Giocasto. L’accoglienza che Aschenez riservò a Giocasto fu premiata da Eolo che preservò questa terra dagli infidi venti riservandole solo piacevoli brezze. Così Giocasto divenne il primo re della città governando a lungo ed essendo benvoluto dal popolo e dagli dei.

La vite e il fico

Ma la leggenda più nota sulle origini della città vuole come protagonisti i greci dell’isola di Eubea: i Calcidesi. Si narra che, intorno all’VIII secolo a.C., questi, stremati dalla micidiale carestia che li stava decimando si rivolsero all’oracolo di Delfi per sapere come affrontare il tremendo flagello. Il responso sibillino indicò un solo modo: bisognava prendere la via del mare e fondare una città ‘là dove l’Apsia, il più sacro dei fiumi si getta nel mare, là dove una femmina si unisce a un maschio’.

Così, i predestinati al lungo viaggio presero il largo per andare a fondare la città dove vivere, finalmente, in pace.

Navigarono verso Occidente, vagando per lidi ignoti e dopo tanto peregrinare approdarono alla foce del Sacro Apsia, l’odierno Calopinace, che si gettava in mare dal suggestivo acroterio di Calamizzi. In quel luogo, dal fascino disarmante, non v’era traccia, però, di donne né di uomini. Quand’ecco che i loro occhi si posarono su una vite avvinghiata ad un fico selvatico, protesi in un abbraccio verso il cielo quasi a costituire un ponte divino. Ecco svelato il significato della profezia: la femmina fertile e feconda che si congiungeva al maschio, uniti simbolicamente laddove il sacro fiume si gettava a precipizio sul mare.

Rhegion e il nome Italia

Non ebbero più dubbi che quello fosse il luogo indicato dall’oracolo e vi fondarono la loro polis, chiamandola Rhegion proprio perché era situata dove la terraferma si spezzava, protendendosi verso l’isola di fronte fino a toccarla. Così, in quel caldo 14 luglio dell’anno 730 a.C. ebbe inizio la storia di Reggio Calabria nell’ultimo lembo del continente che si chiamò Italia e che regalò all’intera penisola il suo nome.

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