La leggenda di S. Silvestro rivive nel nuovo museo multimediale - CULT and Social

La leggenda di S. Silvestro rivive nel nuovo museo multimediale

Inaugurato nei giorni scorsi presso i locali dell'asilo "Gaetano Filastò" di S. Stefano d'Aspromonte l'innovativo museo opera della Goboservice racconta la leggenda di S. Silvestro e dei suoi miracoli

Il museo multimediale

Innovazione e tradizione si incontrano all’asilo monumentale “G. Filastò” di Santo Stefano d’Aspromonte dove nei giorni scorsi è stato inaugurato l’innovativo museo multimediale. Un sistema di comunicazione visuale specificamente realizzato dall’azienda Onirica Srl su mandato della società Goboservice di Reggio Calabria, per condividere il racconto animato di San Silvestro in Aspromonte e del suo intervento miracoloso a favore dell’imperatore Costantino affetto da lebbra.

La leggenda di San Silvestro

Si narra infatti che San Silvestro (che fu papa dal 314 al 335 d.C.), per sfuggire alle persecuzioni dei cristiani si nascose proprio in Aspromonte. Quando Costantino contrasse la lebbra, sapendo che il santo era in possesso di un’acqua miracolosa capace di guarirlo, lo mandò a cercare dai suoi soldati. Questi lo trovarono in una grotta fredda e spoglia e Silvestro pensando che le guardie fossero lì per ucciderlo chiese come ultimo desiderio di recarsi nei boschi portando con sè la cosa più preziosa che aveva: una piccola croce di ferro.  Giunti sul posto, Silvestro decise di sotterrare la misteriosa croce e seguì i soldati fino a Roma. Qui fece guarire Costantino con l’acqua della fonte battesimale (altre versioni sostengono con l’acqua portata dall’Aspromonte) e fu così che l’imperatore si convertì al Cristianesimo donando a Silvestro il potere di Roma e della Chiesa.

Molti secoli dopo, un pastore di nome Italiano mentre pascolava il suo gregge tra i boschi smarrì uno dei bovini. Lo cercò per ore per ritrovarlo prostrato innanzi a una piccola reliquia che l’animale aveva dissotterrato: era la croce di San Silvestro. E proprio in quel punto, fu eretto il santuario della Signora della Montagna di Polsi.

Il museo

Il museo, attraverso immagini appositamente create al computer unitamente a scorci paesaggistici reali che creano una sequenza narrativa veloce e avvincente, ha il fine di stimolare nei visitatori grandi e piccoli la curiosità verso i luoghi descritti a partire dai resti della cripta del monaco eremita (che poi divenne Papa) e dalla fonte miracolosa a lui collegata posta all’ingresso del paese.

Il servizio è stato finanziato con fondi regionali messi a disposizione dall’agenzia GAL BaTiR rappresentata per l’occasione dal suo presidente Manuele Oliveri. Negli intenti dei promotori, vuole rappresentare un attrattore culturale e turistico finalizzato a promuovere l’identità di Santo Stefano e del suo comprensorio in cui si intrecciano storia e leggende di grande suggestione.

L’approfondimento sulla figura di S. Silvestro

Dopo la prima visione del cortometraggio, nel corso dell’inaugurazione, all’esterno della struttura monumentale – realizzata in stile palladiano su progetto dell’architetto Marcello Piacentini nel 1927 – si è svolto un momento di approfondimento sulla figura del Santo asceta.

Nell’introdurre gli ospiti dell’incontro (il Professore Daniele Castrizio, il Vicario dell’Arcidiocesi Metropolitana don Pasqualino Catanese, la dirigente dell’Istituto Comprensivo Boccioni Lazzarino Maria Gueli) il sindaco Francesco Malara ha voluto ricordare il grande filantropo meridionalista Umberto Zanotti Bianco a cui si deve l’impulso iniziale per la costruzione dell’asilo: “Oggi ci poniamo in continuità con la sua azione – ha detto il primo cittadino –mantenendo fede all’impegno sociale che lo ha caratterizzato e adattando gli spazi alle nuove esigenze della comunità”. L’idea è quella di creare un attrattore turistico capace di contribuire all’esplorazione di luoghi straordinari presenti nell’alta valle del Gallico come lo speciale habitat, una sorta di foresta pluviale, in cui è incastonata la cavità che costituiva parte dell’abside di una piccola chiesa in cui per la tradizione locale il Santo visse nel III° secolo d.C.

Per la dirigente Gueli “questa iniziativa rappresenta un’opportunità educativa da cogliere nella programmazione delle gite scolastiche per il taglio leggero ma al tempo stesso esaustivo del racconto”.

Il professore Castrizio ha realizzato un veloce excursus culturale sul valore dell’Aspromonte durante il medioevo ricordando che, secondo Ludovico Ariosto, “noi non siamo divenuti musulmani perché la Calabria ha retto 200 anni agli assalti dei turchi”. L’Aspromonte come “fortezza inespugnabile della Cristianità” è il contesto in cui vissero monaci come Silvestro venerato come Santo sia dai cattolici che dagli ortodossi o Sant’Arsenio che visse ad Armo, sopra Gallina, ricordato da don Pasqualino Catanese.

“A queste figure ascetiche e ai tanti monaci che popolarono queste montagne – ha evidenziato il vicario metropolitano – si deve la grande spiritualità che segna profondamente questi luoghi fino al cuore della montagna in cui è ubicato il santuario di Polsi”.

In conclusione, il sindaco Malara ha parlato degli sviluppi a cui l’amministrazione sta lavorando col coinvolgimento degli altri enti territoriali: “la nostra idea è quella di realizzare un cammino che consenta a pellegrini e turisti di poter raggiungere in sicurezza la grotta di San Silvestro e godere della bellezza naturale e della spiritualità che da quel luogo promana”.