Il sacrificio del parà reggino Giuseppe Iannì in un libro

"Mio fratello coperto dal mare", presentato a palazzo San Giorgio, è più di un libro. Rappresenta una ostinata ricerca di verità e giustizia dopo 53 anni dai tragici fatti

E’ stato presentato il 9 novembre, nella suggestiva Sala dei Lampadari di Palazzo San Giorgio, il libro “Mio fratello coperto dal mare”, scritto da Giusi Iannì.

Il libro racconta la dolorosa e drammatica storia di suo fratello, Giuseppe Iannì, il paracadutista reggino che perse la vita prematuramente durante il tragico incidente della “Meloria”, avvenuto il 9 novembre 1971. Una vicenda che segna uno dei capitoli più drammatici della storia militare italiana, con la morte di 46 paracadutisti italiani e 6 militari britannici, tutti caduti durante un’esercitazione NATO. La tragedia si verificò quando uno degli aerei coinvolti nel lancio, un Lockheed C-130 Hercules, precipitò in mare, al largo della costa di Livorno, nel tratto noto come secche della Meloria.

La “Tragedia della Meloria”

La tragedia della Meloria è considerata il più grave incidente delle forze armate italiane dalla fine della Seconda Guerra Mondiale. Durante l’esercitazione militare NATO denominata Cold Stream, nove aerei militari (tra cui un Hercules C-130 e un Hawker Siddeley Andover della Royal Air Force) decollarono dall’aeroporto di Pisa-San Giusto per lanciarsi sopra la Sardegna, ma uno degli aerei, con a bordo 46 paracadutisti italiani e 6 soldati britannici, precipito al largo di Livorno, causando la morte di tutti gli occupanti.

Le vittime appartenevano alla 6ª compagnia “Grifi” del 1º Reggimento Paracadutisti, tra cui il giovane Giuseppe Iannì, il fratello della scrittrice Giusi Iannì. La tragedia rimane una delle più grandi tragedie mai accadute alle forze armate italiane, ma, a distanza di oltre 50 anni, molti interrogativi e dubbi sulla dinamica dell’incidente restano ancora irrisolti.

Le sorelle Iannì: Un libro per la verità e la giustizia

Durante l’incontro, Giusi Iannì e sua sorella Caterina hanno condiviso con il pubblico la storia di Giuseppe Iannì, raccontando le difficoltà che la famiglia ha affrontato e continua ad affrontare per ottenere risposte e giustizia. Il libro non si limita a rinnovare la memoria di Giuseppe, ma rappresenta anche un ostinato percorso di ricerca della verità su un incidente che, ad oggi, rimane avvolto nel mistero.

Le sorelle hanno sottolineato come, per lo Stato Italiano, quella fosse stata semplicemente una “normale” tragedia, ma per loro e per la città di Reggio Calabria la vicenda è molto più complessa. “Dopo 53 anni, rimangono ancora troppi punti oscuri, e il sacrificio di Giuseppe e degli altri paracadutisti sembra essere stato dimenticato”, hanno dichiarato.

La battaglia per la verità

Lucio Musolino, giornalista e presente all’evento, ha ricordato come nel 2017, grazie a un’inchiesta de Il Fatto Quotidiano, la questione sia stata riaperta e portata all’attenzione delle Istituzioni. Nonostante ciò, ha sottolineato, non c’è stata alcuna reazione da parte del Governo per fare luce su quanto accaduto. Musolino ha ribadito l’importanza di continuare a cercare risposte e giustizia per le vittime di quella tragedia.

Un impegno per la memoria

Nel suo intervento, il sindaco di Reggio Calabria, Giuseppe Falcomatà, ha espresso la vicinanza dell’amministrazione alla famiglia Iannì, sottolineando l’importanza di mantenere viva la memoria di Giuseppe e degli altri caduti. “Siamo molto orgogliosi di ospitare questa presentazione”, ha dichiarato il sindaco, “perché si tratta di una storia vera e dolorosa che riguarda non solo la famiglia Iannì, ma tutta la città di Reggio Calabria”.

Falcomatà ha ribadito che questa vicenda è un mistero nazionale che rimane tale solo perché non si è fatto abbastanza per fare chiarezza. “Come istituzioni dobbiamo impegnarci per recuperare la dignità del sacrificio di Giuseppe Iannì”, ha affermato il primo cittadino. “La memoria di Giuseppe e degli altri paracadutisti deve essere preservata e valorizzata come esempio di coraggio e sacrificio”.

Un atto d’amore verso Pino e la città

Il sindaco ha poi sottolineato come il libro di Giusi Iannì sia un atto d’amore non solo per la memoria di suo fratello Pino, ma anche per la città di Reggio Calabria e per tutte le istituzioni che, pur riconoscendo l’alto valore del sacrificio, non hanno ancora restituito il giusto riconoscimento alla tragedia. “Questa non è solo una battaglia della famiglia Iannì”, ha concluso Falcomatà, “è una battaglia della città intera. La nostra comunità deve farsi carico di mantenere viva la memoria di coloro che hanno dato la vita per il nostro Paese.”

L’incontro si è concluso con un forte messaggio di impegno verso la ricerca della verità e la giustizia, ribadendo che la memoria collettiva è un valore fondamentale da preservare, non solo per onorare i caduti, ma anche per garantire che simili tragedie non vengano dimenticate.

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