Il labirinto del Minotauro: il viaggio al Museo
Si è svolto nei giorni scorsi l'incontro "Il labirinto del Minotauro da Cnosso ai Giardini Rinascimentali" organizzato dal Cis della Calabria al MArRC
Mercoledì 11 dicembre 2024, nella Sala conferenze del Museo Archeologico Nazionale di Reggio Calabria, lo stesso Museo e il Centro Internazionale Scrittori della Calabria hanno promosso la conferenza: “Il labirinto del Minotauro da Cnosso ai Giardini Rinascimentali: viaggio, simbolo e metafora della complessità”. Ha coordinato la conferenza Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, con il contributo di slides hanno relazionato: Paola Radici Colace, già Ordinario di Filologia classica, UNIME, Presidente onorario, direttore scientifico e presidente antichistica del CIS; Prof. Giuseppe Gembillo, già Ordinario di Storia della Filosofia, UNIME, Socio Ordinario Accademia Peloritana dei Pericolanti Presidente Sezione di Filosofia del CIS. Il labirinto del Minotauro è un simbolo ricco di significato che attraversa la storia, la mitologia e la cultura.
La sua origine risale alla mitologia greca, il re Minosse, per impedire che il Minotauro, dal carattere selvaggio e feroce, potesse fare del male, ordinò a Dedalo, architetto di corte, di progettare una costruzione dalla quale fosse impossibile fuggire. Il labirinto rappresenta non solo uno spazio fisico, ma anche un viaggio interiore e un simbolo della complessità dell’esistenza. Nell’antichità il labirinto è stato associato all’idea di un percorso esistenziale, un viaggio della vita con le sue difficoltà e le sue prove che solo con l’intelligenza si può affrontare e concludere.
Il labirinto cretese è a cerchio, quello romano è quadrato, diviso in quattro zone con un percorso unico in ricordo del labirinto di Cnosso. In realtà il labirinto a Roma era spesso legato a riti funebri religiosi, cui partecipavano fanciulle che si esibivano nelle danze labirintiche per rendere onore al defunto. Con il Rinascimento, l’idea del labirinto diventa un luogo di contemplazione e bellezza, dove il visitatore può perdersi e ritrovarsi in un ambiente di armonia e ordine. In questa nuova accezione il labirinto creato con siepi sempreverdi lascia chiese e monasteri ed entra come ornamento e passatempo ludico in palazzi e giardini. Nel concludere i loro interventi i relatori hanno sottolineato che, non soltanto la società appare oggi un labirinto, ma forse anche la vita stessa dell’uomo si può richiamare a questa medesima immagine; ogni giorno, come in un labirinto, siamo chiamati, infatti, a scegliere un percorso di fronte a un bivio.
Tra il numeroso pubblico presente, sono intervenuti al dibattito: Francesca Paolino, Annaida Cammarata – Mons. Antonio Morabito, Marco Sorrenti, Annunziata Tina Mollica, Domenico Labate, Maria Florinda Minniti, Franco Iaria.