Il Comune di Reggio riconosca lo Stato di Palestina
È la richiesta principale della lettera inviata al Consiglio comunale di Reggio Calabria da un insieme di associazioni e realtà del terzo settore reggino sulla scia di quanto fatto già a Milano e Firenze
Il comune di Reggio riconosca lo stato di Palestina così come hanno fatto già Milano e Firenze. È questa la principale richiesta della lettera inviata al presidente del Consiglio comunale di Reggio Calabria e a tutti i consiglieri e le consigliere da un insieme di associazioni, movimenti, realtà del terzo settore che operano nel territorio reggino.
Una presa di posizione del Comune
“Ci sentiamo impotenti rispetto a quello che sta succedendo nel vicino Oriente tra palestinesi e israeliani e sappiamo bene che la soluzione è al di sopra delle nostre teste ma nel nostro piccolo non possiamo rimanere silenti e vogliamo fare qualcosa insieme alle istituzioni che ci rappresentano in questa città. Per questo sulla scia di quanto già fatto da altre realtà del paese, come Milano e Firenze abbiamo deciso di inviare questa lettera chiedendo all’assise cittadina una presa di posizione pubblica e bipartisan sulla questione israelo-palestinese” spiega il portavoce della campagna “Palestina ci metto la faccia” e primo firmatario del documento, Gianni Votano.
Le cinque richieste
La lettera “aperta” perché attende altre adesioni, che si spera arriveranno numerose sia da parte di associazioni che di singoli cittadini cui sta a cuore la pace nel vicino Oriente, è stata sottoscritta, oltre che dal Comitato Palestina ci metto la faccia, anche dall’Arci Rc, da Mag delle Calabrie, Ace Medicina solidale, Arci Samarcanda, Gas Oro verde, Associazione Interculturale International House, Movimento Reggio Non Tace, Fare Eco Associazione Culturale.
Nel documento si chiede di mettere all’ordine del giorno, l’approvazione da parte del Consiglio comunale di una risoluzione che tenga conto di cinque punti in particolare, “in un’azione finalizzata a sensibilizzare la società civile ma anche un modo per per essere vicini al popolo palestinese che, vittima di un genocidio, sta vivendo una situazione incredibilmente drammatica”.
Queste le cinque richieste “fondamentali per una pace duratura fra i due popoli:
- La richiesta del “cessate il fuoco” a Gaza e la fine dell’apartheid dei palestinesi in Cisgiordania ad opera die coloni israeliani;
- La richiesta del riconoscimento dello Stato di Palestina secondo gli accordi di Oslo del 1993. La creazione di uno Stato palestinese libero e indipendente è l’unico orizzonte politico concreto per fermare la mattanza tra i due popoli e per disinnescare la spirale di violenza attivata periodicamente da minoranze al potere;
- La richiesta di liberazione di tutti gli ostaggi israeliani e dei prigionieri civili palestinesi detenuti senza un giusto processo;
- La richiesta che venga reso possibile e concreto il soccorso della popolazione civile di Gaza;
- La richiesta che venga attivata una protezione internazionale delle popolazioni palestinese e libanese”.
Perché conclude la lettera, “sappiamo che entrambi i popoli vogliono vivere in pace, Salam, Shalom, sebbene vengano spesso strumentalizzati da gruppi minoritari al potere che non agiscono per il bene comune”.
La campagna “Palestina – Ci metto la faccia”
Il documento è stato protocollato il 27 novembre presso il Comune e presentato in occasione della terza tappa organizzata proprio dal comitato “Palestina Ci metto la faccia”, lo stesso giorno presso Spazio Open.
Nel corso dell’incontro, che ha seguito i primi due appuntamenti svolti al circolo Anpi Ruggero Condò e all’Arci Samarcanda, si è dato spazio al reading di racconti tratti dai testi (editi da Città del Sole) di Miriam Marino attivista e operatrice umanitaria, valorizzati dalla musicalità delle voci narranti di Ylenia Zindato e Ilaria Nucera della Compagna Teatrale Mana Chuma.
Subito dopo Gianni Votano ha fornito i dati sulla campagna Palestina Ci metto la faccia, che consiste in vari momenti di approfondimento con possibilità di scattare foto “mettendoci la faccia” quindi per chiedere la cessazione delle ostilità a Gaza e il riconoscimento dello Stato di Palestina. Le foto raccolte durante i primi tre incontri verranno inviate come previsto alle istituzioni politiche nazionali per fare pressione perché anche l’Italia faccia la sua parte.
Poi è stata lasciata la parola a Luciano Griso, responsabile del progetto Medical Hope in Libano delle Chiese Evangeliche che, con parole molto forti ha descritto la gravissima situazione in Libano: “Siamo in una fase metastatica ma il tumore primitivo di queste metastasi si trovano in Palestina”. Ed ancora: “Occorre sensibilizzare l’opinione pubblica occidentale e approfondire la tematica non certo trattarla in modo superficiale come spesso accade nell’informazione mainstream, quindi ben vengano campagne come queste dove tutti noi ci mettiamo la faccia”. Prima dello “sciagurato attentato del 7 Ottobre 2023 – ha aggiunto Griso – si stava avviando una discussione presso l’opinione pubblica israeliana che avrebbe potuto portare a nuovi sviluppi, ma l’attentato terroristico di Hamas ha stravolto questo tentativo”.
Dopo alcune domande del pubblico ha chiuso il prof Tonino Perna esortando il pubblico sulla necessità di non abituarsi alle immagini cruente che ci propina la tv, a non abituarci al genocidio di popolazioni che sembrano lontane e a non restare indifferenti ma cercare di dare ognuno il proprio contributo alla pace e alla giustizia. Anche solo informarsi e parlarne è importante!