Il capolavoro del Battistello torna al duomo di Stilo
Ieri la cerimonia di disvelamento del dipinto dell’allievo del Caravaggio ricollocato sull’altare maggiore della chiesa matrice
È tornato a splendere sull’altare maggiore della chiesa matrice il capolavoro del Battistello, l’allievo del Caravaggio che ne reinterpretò il realismo esaltando al meglio le figure.
Le celebrazioni a Stilo
Ieri a Stilo, infatti, si sono svolte le celebrazioni per il disvelamento del seicentesco dipinto “La Madonna di Ognissanti” che è stato ricollocato al suo posto dopo un attento restauro.
La pala d’altare è stata restituita solennemente alla comunità, alla presenza delle autorità civili e religiose e alla presenza di numerosi esperti d’arte e della cittadinanza.
Il dipinto
La grande pala d’altare, olio su tela 415×300, di Giovan Battista Caracciolo, detto il Battistello, pittore protagonista del primo Seicento napoletano, raffigura la Madonna col Bambino e i Santi.
Realizzata su commissione del medico Tiberio Carnevale, per la chiesa matrice di Stilo, è costituita dalla rappresentazione dell’immagine del “Paradiso” con le figure disposte sue due registri sovrapposti. I santi insieme alla Vergine ascoltano le preghiere dei fedeli, mentre in alto è raffigurata la chiesa trionfante e al centro la Madonna e il Bambino incoronati dagli angeli. Tra i santi si possono riconoscere: San Francesco da Paola, S.Anna e San Francesco d’Assisi. Nel registro inferiore, con i santi Pietro e Paolo ai piedi della vergine, si individuano in fondo anche Maria Maddalena e Santa Marta.
Il Battistello
Giovanni Battista Caracciolo, detto Battistello nacque a Napoli nel 1578. Fu uno dei più importanti pittori caravaggisti e uno dei più influenti esponenti della pittura napoletana del Seicento.
Nel corso della sua carriera seppe interpretare la lezione del maestro stemperando gli effetti e i chiaroscuri per esaltare le figure statuarie.
Distinguendosi dai contemporanei, si cimentò nei dipinti ad affresco, operativo sia su tela e tavola che su muro.
Le sue opere sono sparse in moltissime chiese napoletane, ma anche in Toscana e nella capitale. Il Battistello fu anche assiduo lettore di libri e poeta.