Goffredo (Freddie) Zehender, una vita da pilota

Da Reggio Calabria ai principali circuiti mondiali, il figlio di Rodolfo (l’uomo che portò la luce e il tram in città), è stato uno dei più importanti piloti di automobilismo italiani del XX secolo

goffredo zehender 1 Musée du Circuit du Comminges

Irrequieto e spericolato, ma anche incorreggibile playboy, come lo definisce Rino Rao nella rivista “Manovella” del 2015, Goffredo Zehender è stato uno dei più importanti piloti di automobilismo italiani del XX secolo.

 Goffredo, per tutti Freddie, nacque a Reggio il 27 febbraio 1901, figlio dell’ingegnere Rodolfo, l’uomo che portò la luce e il tram in città, e fu da sempre un aspirante corridore, tanto che compiuti gli studi già a 18 anni lasciò patria e famiglia per realizzare i propri sogni.

Sogni che il reggino Freddie realizzò ben presto gareggiando in Formula 1, diventando pilota ufficiale Alfa Romeo e Mercedes e accumulando successi su successi.

La sua carriera ufficialmente iniziò nel ’25, partecipando alla 24 ore del Gran Premio del Belgio in coppia con Giulio Foresti, giungendo terzi di classe.

Poi in Francia, dove partecipò alla 24 Ore di Le Mans e dove vinse per ben due volte il Circuit des Routes Pavées.

Ormai pilota ufficiale dell’Alfa Romeo, iniziò a gareggiare con la sua 8C-2300 “Monza”. In coppia con Jean-Pierre Wimille, vinse il Gran Premio di Comminges. E poi Gran Premio di Tunisia, nel 1933, anno che lo vide trasferirsi alla Maserati, e, ancora, il Gran Premio di Francia e la parentesi inglese dove lavorò come consulente tecnico e pilota dimostrativo per la Mercedes-Benz.

Nel 1936, Zehender riprese a gareggiare in Formula 1 e il suo miglior risultato fu un quinto posto al Gran Premio di Monaco. E poi la Mille Miglia e il ritorno alla Maserati fino al ritiro dalle corse nel 1939.

Nel dopoguerra, divenne team manager del Gruppo Inter, e tornò a correre per la Mille Miglia. La sua ultima gara fu a Le Mans nel 1956, dove giunse sesto.

Si spense a Roma il 7 gennaio 1958 a soli 56 anni.

Goffredo Zehender è stato un pilota di grande talento che ha contribuito allo sviluppo del motorsport a livello nazionale e internazionale.

Un vero e proprio “gran signore” delle corse, come si legge in un post della pagina Facebook del Musée du Circuit du Comminges, dove si racconta un aneddoto sulla vittoria di Freddie al GP Comminges del 1932.

Il circuito all’epoca era di oltre 27mila km e avvicinandosi all’ultimo giro, Goffredo puntava al terzo posto sulla sua Alfa Romeo “Monza”. Davanti a lui JP Wimille e René Dreyfus (in testa).

Poi, l’uscita di pista dei primi due, dovuta ad uno spettacolare incidente che per fortuna lasciò praticamente illesi entrambi, valse a Freddie il primo posto! Finita la gara, Zehender raggiunse la clinica dove erano stati portati i due sfortunati, bussò alla loro porta e, aprendo lo champagne, festeggiò con loro la vittoria. “Freddy Zehender – conclude il post – un gentiluomo”!

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