‘Gli eroi dello Zillastro’ inaugura i party letterari a Casa degli Artisti

Il libro di Cosimo Sframeli sarà la base per il dialogo sulla truce battaglia in Aspromonte tra tanti giovani lanciati allo sbaraglio contro un nemico/amico molto più numeroso, nella casa museo di Sant’Ilario dello Ionio

Dove sono finiti i corpi di questi eroi italiani? Erano almeno 400 e con molta probabilità perirono tutti nella cruenta battaglia che li vide scontrarsi contro un nemico/amico ben più numeroso sui piani dello Zillastro, in Aspromonte. Comincerà con questa domanda, alla quale ancora oggi non è stata data risposta, l’incontro con Cosimo Sframeli, già ufficiale dei Carabinieri e autore del libro “Gli eroi dello Zillastro” che inaugurerà i party letterari a Casa degli Artisti di Sant’Ilario dello Ionio.

“È un fatto storico che non tutti conoscono e di cui si parla solo da qualche anno, grazie anche alla commemorazione che viene organizzata per i caduti dello Zillastro al Crocifisso di Zervò, dove c’è il monumento in loro onore e le croci sulle tombe dei pochi corpi recuperati – spiega Renato Mollica, fondatore e ideatore di Casa degli Artisti. “La domanda che sorge spontanea è dove si trovano gli altri corpi? E le armi dove sono andate a finire? Lo chiederemo sabato al nostro autore cercando di trovare qualche risposta” prosegue Mollica.

La battaglia dello Zillastro

Era l’8 settembre 1943, all’alba del giorno dell’ufficializzazione da parte del generale Badoglio, dell’armistizio dell’Italia firmato il 3 settembre a Cassibile, che sui piani dello Zillastro venne combattuta l’ultima battaglia sul suolo calabrese tra un reparto del regio esercito e gli alleati.

Fu una lotta violenta nel corso della quale si scontrarono i paracadutisti dell’VIII battaglione del 185° reggimento della divisione Nembo e le truppe canadesi dei reggimenti “West nuova scozia” e “Edmonton”.

Ogni anno la sezione di Reggio Calabria dell’ANPDI onora con un sobria cerimonia il sacrificio dei caduti e di quanti combatterono per la difesa della patria con una commemorazione al Crocifisso di Zervò sui piani dello Zillastro, ad Oppido Mamertina, dove è stato eretto il monumento ai caduti dello Zillastro, con una messa solenne e un tributo alle croci di due dei cinque paracadutisti caduti, i cui corpi furono recuperati.

Dove sono i corpi degli eroi?

E gli altri? Si chiede Renato Mollica. “Parliamo di circa 400 ventenni lanciati allo sbaraglio e lasciati al loro destino, chiamati a fronteggiare un nemico diventato amico, che invece era in migliaia” afferma il fondatore di Casa degli Artisti. “La battaglia fu così cruenta e sbilanciata che, come riportato anche nel libro di Cosimo Sframeli, a un certo punto il comandante dei Canadesi disse basta ai suoi uomini e, in un atto d’umanità, gli ordinò di aiutare i feriti.  Si tratta certamente di una pagina buia della storia su cui non si è indagato a fondo – prosegue Mollica – e magari i corpi di questi poveri giovani giacciono ancora sotto terra”. Fatto sta che la maggior parte di loro non ha avuto diritto neanche ad una tomba dove qualcuno in tutti questi anni avrebbe potuto deporre un fiore.

Il libro

Di questi fatti tragici si dialogherà sabato 5 ottobre 2024 alle 17:30 nel museo di Casa degli Artisti, nell’ambito dei Party Letterari 2024, con l’autore del libro “Gli eroi dello Zillastro” di Cosimo Sframeli (Falzea editore).

A lui va il merito di aver dato luce e reso onore, raccontando la loro storia, alla dura e audace resistenza di questi giovani eroi.

Gli appuntamenti con i party letterari

“Gli appuntamenti con i party letterari, che partono questo sabato, dopo la sosta di agosto, proseguiranno, poi, come lo scorso anno, di mercoledì” precisa Mollica. “La formula è sempre la stessa, quella di promozione alla lettura, che parte da questa idea americana di persone che si ritrovano in un luogo dove ci sono libri, spengono i telefoni e nel più assoluto silenzio, interrotto solo da una rilassante musica di sottofondo, scelgono un libro e si mettono a leggere. Una condivisione di spazi comuni da dedicare alla lettura insomma”.

 

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