Gassosa al caffè: frizzante di Calabria
Frizzante come una tonica ma al gusto di caffè, il soft drink calabrese per eccellenza è stato inventato negli anni '40 e oggi è sbarcato anche all'estero
Chiamatela, se volete, “perversione” o “eresia” ma la gassosa al caffè in Calabria (e non solo) è un’istituzione. Il soft drink calabrese per eccellenza infatti, frizzante al punto giusto, con la sua capacità di dissetare e dare una vera e propria sferzata di energia, pian piano ha conquistato l’Italia sbarcando anche all’estero.
Gassosa al caffè: una storia antica
La “storia ufficiale” della gassosa al caffè comincia nel 1941 a Lamezia Terme, quando l’azienda De Sarro & Torchia mise in commercio la “Bibicaffè“.
Pare però che la prima versione della bevanda risalga ai primi del ‘900, quando in un casolare di Nicastro cominciò ad essere prodotta una bibita, imbottigliata con una pallina all’interno, che ne chiudeva il collo e non faceva fuoriuscire il gas, garantendo così il mantenimento della frizzantezza.
Nel Dopoguerra, poi, nacque la “Moka Drink“, prodotta a partire dagli anni ’50 dall’omonima azienda negli stabilimenti di Dipignano in provincia di Cosenza.
Qualche tempo dopo, in via Monte Covello, a Girifalco, in provincia di Catanzaro, la società Acqua Calabria diede alla luce la “Brasilena”.
Le sue origini risalgono in realtà agli anni ’30, ma il marchio fu registrato negli anni ’60 ampliandosi nei decenni a venire.
Negli anni ’70 a queste bevande si aggiunse la “Siesta Caffè“, prodotta dalla Romanella Drinks Srl di Reggio Calabria.
La “gazzosa” al caffè meglio della Coca Cola
Per tanti, compreso Gambero Rosso il soft drink di Calabria batte anche la Coca Cola, con cui ha in comune lo stesso colorante.
Sta di fatto, che l’effervescente calabrese ha presto varcato i confini della Regione, raggiungendo tutto il Sud Italia (soprattutto Puglia, Campania e Sicilia) e diffondendosi anche all’estero, soprattutto negli Stati Uniti (grazie anche alla presenza di numerose comunità di calabresi), ma anche in Cina e Australia.
Da qualche anno pare sia addirittura prodotta in Giappone, da un’azienda del posto che ha creato il proprio prodotto senza tentativi di plagio, visto che sulla lattina riporta anche la cartina dell’Italia con la Calabria in evidenza, sottolineandone così le origini.
Ingredienti genuini e packaging inconfondibile
Oggi, sempre più spesso, la “gazzosa” calabrese si trova in lattina: un’interpretazione più moderna e innovativa che non altera il gusto ammaliante della bevanda nostrana.
Ma il packaging tradizionale, con le tipiche bottigliette in vetro, rimane inconfondibile.
A contribuire al successo della bevanda sono i suoi ingredienti genuini: la gassosa al caffè viene realizzata, infatti, senza conservanti e additivi, attraverso l’infusione di differenti miscele di caffè tostato, con aggiunta di acqua oligominerale, zucchero, anidride carbonica e aromi naturali. Il resto è tutto sapienza artigianale made in Calabria.
Da gustare anche come cocktail
La gassosa al caffè si gusta benissimo da sé. Ma è molto apprezzata anche come base di famosi cocktail.
Due in particolare i più conosciuti: il Nero Italiano, con vodka e panna, e il Black Jelly Bean, con aggiunta di sambuca e ghiaccio.