Dalida, la madonna di Serrastretta
Il 5 aprile del 1962 Dalida si recò in visita nella casa natale dei suoi genitori e il suo arrivo fu salutato come un evento eccezionale
È il 5 aprile del 1962. Una limousine nera sale per la ripida strada che conduce a Serrastretta e si ferma nella piazza del paese.
A scendere è una ragazza bruna, con i capelli lunghi, il corpo stupendo, il naso dritto delle statue greche e i bellissimi occhi da gitana che richiamano la magia dell’Oriente. È Dalida, l’icona pop della musica moderna, la Callas della musica leggera, la chanteuse di origini calabresi. Per il piccolo paese della provincia di Catanzaro, incantevole e isolato, confinato tra le sue case aggrappate alla roccia, tra i suoi abili ‘seggiari’, è un evento straordinario.
Ad accogliere la ‘magica’ figlia di Calabria, con onori degni di un capo di Stato, ci sono il sindaco, la banda municipale e tutti gli abitanti di Serrastretta, ammassati in piazza, eccitati. Durante il corteo lungo il corso cittadino la folla impazzita invoca Dalida, batte le mani. I bambini salgono sulle spalle dei genitori per vedere meglio. La gente si arrampica sugli alberi. I balconi sono pieni come al passaggio della processione della Madonna. Tutti guardano con meraviglia questa creatura straordinaria, increduli che possa essere una di loro. Vogliono toccare i suoi vestiti, i suoi capelli, parlarle. «“È proprio una Gigliotti” mormora la gente a bocca aperta: proprio un piccolo giglio…e lei saluta e manda baci a tutti, felice, sorridente, i capelli al vento» scrive Giandomenico Curi in ‘Dalida la voce e l’anima’.
Il discorso del sindaco Mancuso testimonia l’orgoglio del paese: “I suoi ripetuti trionfi affermati da una voce vibrante, riempiono noi di una gioia profonda. Non vi è angolo in Calabria e in Italia dove non si parli di lei. Tutti conoscono la popolarissima Dalida, la prima, la Dalida calabrese di Serrastretta!”.
Dalida viene nominata cittadina onoraria e madrina della locale squadra di calcio. Una donna d’onore a Serrastretta non si era mai avuta. Solo la Madonna durante le processioni. Ed è lei la nuova madonna, proprio come la sua prima canzone (‘Madona’).
Il momento più commovente è la visita alla casa natale della sua famiglia partita molti anni prima per il nuovo Eldorado, l’Egitto, in un destino di immigrazione comune a tutta la Calabria. Qui c’è l’abbraccio con Eugenio Gigliotti, fratello del nonno. Dalida ha le lacrime agli occhi. È come un tuffo al cuore. Un’esperienza che non dimenticherà mai.
Anche Dalida rimase nel cuore della gente di Serrastretta.
Fin da quel giorno in cui non smise di sorridere, in cui la si vide ballare la tarantella e mangiare con appetito nel banchetto a lei dedicato, divertendosi come una vera calabrese. Una calabrese già mito, dal carisma e dal talento multiforme che ha ammaliato l’anima di tutto il mondo.
Serrastretta le ha intitolato nel 2002 l’associazione culturale ‘Dalida’, le ha dedicato l’opera bronzea ‘Dalida vista da Inis’ e l’intitolazione di un anfiteatro. Nel 2007 è nata Casa Dalida, museo con l’esposizione permanente di dischi, locandine, foto, materiali e oggetti originali.
Infine, un calendario speciale realizzato da un artigiano di Serrastretta, ricorda la visita che Dalida fece alla sua terra. Sulla copertina si legge, con orgoglio, ‘Iolanda Gigliotti di Serrastretta, in arte Dalida, patrimonio musicale del mondo’.