“Come un granello di sabbia” domani al Cineteatro metropolitano

Lo spettacolo, di Mana Chuma Teatro, rientra nella rassegna teatrale "Oltre i Confini" della fondazione Girolamo Tripodi

Promossa dalla Fondazione Girolamo Tripodi, la rassegna teatrale “Oltre i Confini: Voci di Resistenza e Speranza, Storie di Lotta e Solidarietà” continua ad emozionare il pubblico attraverso spettacoli che affrontano temi di grande rilevanza sociale. La guerra, la giustizia, la condizione femminile, l’immigrazione, Emilio Argiroffi e la Palestina sono i protagonisti di un programma ricco di riflessioni e narrazioni intense.

Sei eventi per esplorare l’animo umano

Il programma della rassegna prevede sei appuntamenti, concludendosi in grande stile con la partecipazione straordinaria di Moni Ovadia presso il Cine Teatro Odeon. Ogni evento rappresenta un tassello di un mosaico culturale che mira a sensibilizzare e ispirare, creando un dialogo tra artisti e spettatori.

Il prossimo spettacolo: “Come un granello di sabbia”

Domani, venerdì 24 gennaio 2025, alle ore 18:30, il Cine Teatro Metropolitano di Reggio Calabria (Via Nino Bixio, 44) ospiterà il prossimo evento della rassegna: lo spettacolo “Come un granello di sabbia – Giuseppe Gulotta, storia di un innocente”, scritto e diretto da Salvatore Arena e Massimo Barilla, con Salvatore Arena come protagonista.

Questa rappresentazione teatrale chiude la quadrilogia “A Sud della memoria”, un progetto ideato da Mana Chuma Teatro per raccontare la storia contemporanea del Mezzogiorno attraverso vicende cariche di dolore e speranza.

Una storia di giustizia negata

Lo spettacolo ripercorre la drammatica vicenda di Giuseppe Gulotta, vittima di uno dei più clamorosi errori giudiziari della storia italiana. La sua storia personale si intreccia con quella di altre vittime della stessa vicenda, tra cui Salvatore e Carmine, le due vittime della strage, e altri “capri espiatori” come Giovanni, Vincenzo e Gaetano.

Attraverso la narrazione teatrale, il pubblico viene accompagnato in un viaggio emozionale fatto di ingiustizie, torture, silenzi e speranza. L’obiettivo non è solo quello di raccontare i fatti, ma anche di dare voce all’umanità di Giuseppe e alle sue sofferenze, mantenendo al tempo stesso una narrazione priva di retorica.

Una drammaturgia che emoziona e fa riflettere

La scenografia, curata da Aldo Zucco, riesce a rappresentare con semplicità e intensità gli stati d’animo e i luoghi simbolici della storia. Gli elementi scenici si adattano in modo fluido, alternando leggerezza e oppressione. Le musiche originali di Luigi Polimeni accompagnano il racconto, amplificando le emozioni e scandendo i momenti più drammatici della vicenda.

La voce della speranza

Lo spettacolo si sviluppa attraverso una narrazione corale, in cui la voce di Giuseppe si alterna a quelle di altri personaggi: un vicequestore schiacciato dal sistema, un ufficiale dell’Arma lucido e senza rimorsi, la moglie Michela e i genitori. Ogni voce aggiunge profondità al racconto, rivelando le sfumature di una vicenda umana e legale complessa.

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