Christmas Carol, la storia del vecchio avaro nella chiesa degli artisti
Si è svolto mercoledì scorso l'incontro organizzato dal CIS della Calabria presso la sala conferenza San Giorgio sull'opera di Charles Dickens
Mercoledì 18 dicembre 2024, presso la Sala conferenze San Giorgio della chiesa degli artisti di Reggio Calabria, il Centro Internazionale Scrittori della Calabria e la stessa chiesa, nell’ambito del ciclo di incontri sulla letteratura mondiale di lingua Inglese, e in occasione dell’avvicinarsi delle festività di Natale, hanno promosso la conferenza “A Christmas Carol (Ballata di Natale)” di Charles Dickens.
Loreley Rosita Borruto, presidente del Cis della Calabria, ha ricordato che “A Christmas Carol” narra la storia di un vecchio avaro e misantropo che disprezza il Natale e tutto ciò che rappresenta. Con il contributo di slides, la relatrice Silvana Comi, docente di Lingua e Letteratura Inglese, nella sua articolata relazione ha ricordato che il racconto “A Christmas Carol” è stato pubblicato per la prima volta nel 1843 ed è la storia di Natale più commovente che sia mai stata scritta.
Il protagonista è Ebenezer Scrooge, ricco uomo d’affari dal cuore arido. Nemmeno le feste riescono ad accendere in lui lo spirito della condivisione, bensì aumentano l’avidità e la misantropia che lo contraddistinguono. In un viaggio tra passato, presente e futuro il racconto segue il suo cambiamento in una persona buona.
Charles Dickens, tra il 1838 ed i 1857 pubblica i suoi romanzi autobiografici: Oliver Twist, David Copperfield, Little Dorrit, i cui temi sono lo sfruttamento dei bambini, la triste e scura realtà degli slums e delle industrie. In questo stesso periodo scrive A Christmas Carol dove utilizza aspetti della letteratura gotica (posti scuri, atmosfera di mistero, visioni, sogni, creature soprannaturali) per creare effetti spettacolari. Si tratta dell’intero apparato gotico che crea l’atmosfera di terrore e paura per descrivere la dura realtà. Scrooge dal cuore freddo, vive solo, è concentrato sulla sua persona e rappresenta il tipico ricco dell’età vittoriana egoista e asociale. Il Natale per lui è un momento in cui “devi pagare dei conti senza avere denari” ed al nipote che gli fa gli auguri e lo invita a pranzo dice “… tutti gli idioti che vanno in giro con Buon Natale! sulle labbra dovrebbero essere fatti bollire insieme con il loro pudding e sepolti con una spina di aghifoglio nel cuore…”
La relatrice Silvana Comi ha, inoltre, sottolineato come il viaggio del protagonista Scrooge nel passato nel presente e nel futuro della sua vita arida e priva di calore umano, è stato un miracolo che lo ha fatto diventare una persona migliore. Come è tipico delle opere dickensiane anche “A Christmas Carol” ha un lieto fine con la conversione di Scrooge al mondo della solidarietà umana.