C’eravamo tanto amati: Broadway per una notte
Il cielo sopra Reggio Calabria. Per una notte, il 31 dicembre, la vigilia di Capodanno 2025 i Reggini dimostreranno al mondo di esistere. E se lo dice la Rai potete crederci!
Il cielo atterra a Piazza Indipendenza e Reggio Calabria, per una notte, sarà la Broadway d’Italia.
Il cielo televisivo naturalmente, elemento fondante dello Stato, quarto, quinto e sesto potere, fabbrica del mito, regno dell’ovvietà dottrinale, paranza di bimbi e genitori, paradiso della chiacchiera, destino manifesto di un popolo di artisti, di santi e di mattacchioni.
Finalmente, con magno gaudio, ci siamo dentro, e noi Reggini ne abbiamo di cose da dire e da mostrare o, meglio, è la città, il luogo, che ne ha da mostrare: la bellezza strappa-fiato della costa, i colori cristallini, gli acquarelli di albe e tramonti, piazze e palazzi in gran spolvero, la montagna dietro e il mare davanti, le luci della Sicilia riflesse, la dea Etna vestita da sposa, gli alberi secolari con radici poderose, i torrioni del castello mutilato.
Laggiù, nei pressi del fantasma di un tempio di Artemide edificato da Oreste scannatore di Clitemnestra, accanto a quella che era “La Rada dei Giunchi”, è sorto in men che non si dica un colossale santuario, il luogo sacro per eccellenza della società post- Warhol, il desiderio supremo del neoumanesimo depurato da ogni ingerenza ideologica: il palcoscenico!
Un palco ciclopico, futuribile, impressionante quanto quelli dei grandi concerti delle superstar, ma con in più la vivida magia della diretta televisiva: l’evento di questo Capodanno 2025 si fa epoca, diventa leggenda, lo racconteranno ancora tra un secolo o due, proiettando chi ci sarà nel mito di una città che traballa da secoli tra miseria e nobiltà, e alla fine viene redenta dalla divina televisione, anima e specchio dei popoli.
Godiamocela dunque la serata, con le vecchie cariatidi scongelate che allegramente faranno il trenino brasiliano (come ogni anno), con le giovani leve che gareggiano a chi fa più arrabbiare i bacchettoni, con le scosciatissime soubrette regine dei desideri, con la filosofia razionale e la teologia applicata ad antenne e parabole, dibattuta da questi geniacci dell’intrattenimento, Malgioglio su tutti.
Viva Reggio Calabria, alla fine, e forza: in tutta Italia, in tutto il globo terracqueo, nelle profondità dello spazio dove le immagini viaggeranno per anni luce, risuoni chiaro e forte il nostro urlo d’amore: cari amici vicini e lontani, noi REGGINI ESISTIAMO!
E, se lo dice la TV, potete crederci.
Buon 2025. Che sia togo.