Il brigantaggio e la “banditi mania” al Castello Aragonese
Domani pomeriggio la conversazione "Il brigantaggio: immaginari sociali e narrazioni" con il prof. Giulio Tatasciore, nell'ambito degli incontri di storia promossi dall'associazione culturale Anassilaos
“Il brigantaggio: immaginari sociali e narrazioni“. E’ questo il titolo della conversazione che si terrà domani giovedì 19 settembre alle ore 18:00 presso la Sala Garcilaso de la Vega del Castello Aragonese, nell’ambito degli Incontri di Storia promossi dall’Associazione Culturale Anassilaos congiuntamente con la Biblioteca Pietro De Nava.
Giulio Tatasciore, professore a contratto all’Università di Salerno, dove insegna Storia moderna nonché professore a contratto all’Università Roma Tre, dove insegna Storia dell’Ottocento: imperi, nazioni e rivoluzioni, si addentrerà sul tema dei briganti, analizzando l’immaginario collettivo che si è avviato nello scenario europeo dell’età romantica con una sorta di “banditi mania“, creando mode letterarie, strategie commerciali e retoriche pubbliche.
Saranno scandagliati tutti i modi di “costruire il brigante, interpretarlo e metterlo per così dire in scena o in pagina”.
La sensibilità romantica infatti ha inventato “il tipo del brigante italiano, riconoscibile dal suo costume pieno di arabeschi e da quell’inconfondibile cappello di forma conica, a tesa larga e ornato di nastri, da cui spuntano lunghe trecce corvine”.
Un costume esotico e pittoresco che fa diventare quella del brigante, una figura “totale”, nel senso che mobilita un repertorio sconfinato di fonti (dal romanzo al teatro, dall’iconografia alla trattatistica, dall’aneddotica agli studi geografici…) e come tale si insinua in ogni angolo dell’immaginario sociale europeo.
Romanzieri, artisti e viaggiatori, ma anche patrioti e reazionari, hanno a che fare con questo “misterioso personaggio e contribuiscono a plasmarne il profilo ambiguo”.
Un personaggio che incarna, in sè, “la virtù e il vizio, il pittoresco e il mostruoso, il sublime nella rivolta e la peggiore depravazione criminale”.
Per molti versi, conclude l’Anassilaos, “sintetizza una certa idea di Italia nel contesto delle grandi trasformazioni avviate nel tardo Settecento e maturate nell’Ottocento, il «secolo dei ladri», elaborando una riserva di senso destinata a permeare rappresentazioni e interpretazioni successive. Novecentesche, ma anche ultra-contemporanee”.
All’incontro – che si avvale del patrocinio del Comune di Reggio Calabria, dell’Archivio di Stato di Reggio Calabria, della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, dell’ Istituto per la Storia del Risorgimento Italiano, dell’Istituto Storico Italiano per l’Età Moderna e Contemporanea – porteranno i saluti la responsabile della Biblioteca De Nava, Daniela Neri, la direttrice dell’Archivio di Stato di Reggio, Angela Puleio, il presidente della Deputazione di Storia Patria per la Calabria, Giuseppe Caridi, il presidente del Comitato provinciale di RC dell’Istituto per la Storia del Risorgimento italiano, Vincenzo De Angelis.
A condurre e moderare sarà il presidente di Anassilaos Stefano Iorfida.