Benestare, il paese di gesso
Piccolo e incantevole borgo della provincia reggina, Benestare, noto per le sue tipiche case di gesso è anche la città che diede i natali alla star dei western, Vincenzo Musolino
Abbarbicato sulle colline della Locride, con le abitazioni disposte quasi a ferro di cavallo, Benestare è un piccolo e incantevole borgo drella ionica reggina. Chiamato “il paese di gesso”, attrae visitatori e turisti grazie anche alle opere di Street Art disseminate per le vie del borgo e alla manifestazione Catoja in festa.
L’origine del nome
Le origini del nome Benestare e la data di fondazione del paese rimangono avvolte nel mistero, a causa della scarsità di fonti storiche e dei devastanti terremoti che, nel corso dei secoli, hanno distrutto numerosi documenti.
Tuttavia, una certezza emerge dalle Refute dei regi quinterniani: nel 1559, Benestare era già un casale della terra di Mottabobalina, l’odierna Bovalino Superiore, sotto il dominio del conte Tommaso Marullo.
Altre informazioni si trovano nel Dizionario geografico ragionato del Regno di Napoli, secondo cui Benestare, situato su una collinetta a 15 miglia da Gerace, faceva parte della diocesi di Gerace.
Quanto al nome del paese potrebbe derivare dalla bellezza del luogo, tanto che si racconta che il feudatario dell’epoca, vedendo il piccolo casale abitato da pastori e agricoltori, esclamò: “Un luogo così non può che chiamarsi Benestare!”, forse ispirato dal comune saluto degli abitanti, sempre ottimisti, che rispondevano con “Bene, bene!” quando si chiedeva loro come stessero.
Un paese “ribelle”
La storia di Benestare ha conosciuto due momenti di particolare rilievo, che segnarono la “ribellione” del popolo al potere costituito.
Il primo avvenne nel maggio del 1906 quando i contadini si ribellarono al malgoverno dell’allora amministrazione locale che aveva ridotto l’assistenza medica gratuita per gli indigenti. La folla fu presa a fucilate dalle forze dell’ordine e vi furono un morto e diversi feriti.
Il secondo episodio avvenne nel 1934, in pieno regime fascista. Nella sede del Fascio locale venne dato fuoco al gagliardetto del partito: un gesto simbolico dal chiaro significato politico che portò all’apertura di un’inchiesta ma i fatti non furono mai chiariti.
Patria della star dei western
Un nome senz’altro poco conosciuto ma che merita di essere ricordato è quello di Vincenzo Musolino, vera e propria star dei western all’italiana (e non solo) che ebbe i natali proprio a Benestare (il 9 maggio del 1930).
Figlio di un pescatore, e predestinato a proseguire il mestiere, la sua vita cambiò radicalmente, quando, da poco maggiorenne, fu scoperto (durante il servizio militare a Venezia) dal regista Renato Castellani che rimase colpito dalla sua tipica bellezza mediterranea. Il regista, infatti, lo scelse subito per il ruolo da protagonista nel film Due soldi di speranza (1951), che riscosse un grande successo e fu premiato persino a Cannes come miglior film del neorealismo rosa.
Fu solo l’inizio della carriera cinematografica di Musolino, che lavorò con registi di fama, come Vittorio De Sica, Pietro Germi in Gelosia (1952) e Antonio Leonviale in Noi cannibali (1953), partecipando a oltre 20 pellicole. Tra i suoi film più noti, anche La Ciociara, al fianco di Sofia Loren.
Nel corso della sua carriera, Musolino si avvicinò anche alla regia e alla produzione di film western. Il suo primo film da regista, Chiedi perdono a Dio… non a me (1968), fu seguito dal suo ultimo lavoro, Quintana, che uscì poco prima della sua morte prematura (avvenuta lo stesso giorno della nascita nel 1969).
Le case di gesso
Oltre alle bellezze naturalistiche, come il promontorio di Varraro, al fascino delle sue chiese e monumenti, ciò che contraddistingue senza dubbio Benestare, è il suo borgo antico con le tipiche case costruite in gesso, uniche in Italia sia per struttura che per tipologia. Un incanto di bianco che affascina sia i visitatori che gli abitanti e che origina dal fatto che nel territorio tale materiale abbondava.
Fino agli anni ’50-’60, quasi tutte le case di Benestare erano costruite in gesso, sia, appunto, per la facile reperibilità, sia perché era un materiale “a presa rapida” e, nell’arco di pochissimo tempo consentiva di costruire un’abitazione dalle fondamenta al tetto. Case che, peraltro, grazie al colore immacolato avevano anche il vantaggio di essere calde d’inverno e fresche d’estate.
Il gesso dunque come una “madre” che ha garantito fertilità e prosperità ad un’intera popolazione, facendo guadagnare a Benestare, grazie a questo segno distintivo, l’appellativo di “Paese di gesso”.
“La donna di gesso” e la Street art a Benestare
Negli ultimi anni Benestare ha intrapreso un cammino ambizioso attraverso la “street art”, con il fine di far riscoprire e valorizzare gli spazi pubblici grazie ad opere in cui si rivivono pagine storiche del vissuto dell’intera comunità.
Un cammino realizzato dall’artista Andrea Sposari che, dopo la Gelsominaia e la rievocazione della Rivolta contadina ha creato forse il murales più caratteristico per la comunità: la “Donna di gesso“.
Un’opera che rappresenta un omaggio al ruolo che il gesso ha rivestito per Benestare e con un impatto visivo unico grazie alla figura velata.
L’opera è stata inserita nella guida digitale “Street art cities” che raccoglie i migliori murales in giro per il mondo.
Catoja in festa
Le case di gesso, simbolo dell’identità sia architettonica che culturale di Benestare, sono celebrate ogni anno nell’evento “Catoja in festa”.
Una manifestazione che si svolge tra la fine di settembre e l’inizio di ottobre e che celebra musica, saperi e sapori del paese di gesso, facendo rivivere il centro storico del suggestivo borgo reggino.
Per più di una settimana, l’appuntamento si svolge con attrazioni artistiche, culturali e musicali, concerti, fuochi pirotecnici, enogastronomia locale e artigianato, e soprattutto vede l’apertura di oltre 100 catoja (le tipiche stanze basse delle case) ai visitatori.