Bagnara, tra Gaziano e Shakespeare - CULT and Social

Bagnara, tra Gaziano e Shakespeare

Narrano le leggende che il borgo tirrenico reggino debba le sue origini alla storia d'amore tra un pastore e una ninfa. Per alcune teorie inoltre, l'antica Gaziano diede i natali a Shakespeare

Bagnara, l’antica Gaziano

Baciata dal mare, con la sua incantevole posizione sulla costa tirrenica, la ridente Bagnara per la sua nascita, secondo le leggende, scomodò la dea Teti, moglie di Oceano e madre di tutti i corsi d’acqua.

Si narra, infatti, che la titanica dea aveva al suo seguito una folta schiera di ninfe, le nereidi, e fu proprio una di queste a far perdere la testa al mitico Gaziano, grazie al cui sacrificio nacque Bagnara Calabra.

Gaziano era un giovane pastore che trascorreva le sue giornate conducendo il gregge al pascolo e suonando il flauto da lui stesso costruito. Un giorno, mentre era assopito all’ombra di un albero ebbe una visione: vide emergere dai flutti una bellissima fanciulla. Svegliatosi improvvisamente e credendo che il sogno fosse reale abbandonò il gregge e si mise alla ricerca dell’incantevole creatura ma invano.

Il sogno si ripresentò uguale anche nei giorni seguenti e Gaziano, ogni volta, si mosse a cercare la ragazza ma senza risultato, deponendo una rosa in tutti i luoghi delle apparizioni.

Decise a un certo punto di costruire una zattera e di andar per mare nel tentativo di ritrovare la fanciulla dei suoi sogni ma in balia delle correnti finì per approdare nella terra del dio dei venti, lo Stromboli.

Eolo lo accolse per anni insegnandogli l’arte del navigare e un giorno, impietosito dallo stato di prostrazione del giovane pastore, lo indirizzò verso una maga virtuosa che l’avrebbe aiutato a trovare l’amata.

Dalla maga, Gaziano apprese che la fanciulla di cui si era innamorato era una ninfa, figlia di Teti, regina delle acque. Così, con l’aiuto del vento favorevole, tornò a casa e offrì alla dea un sacrificio, invocando la grazia di rivedere la ragazza. Subito si materializzò una grande conchiglia dalla quale il pastore vide uscire l’amata. Con il cuore che scoppiava le confessò il suo amore che, però, non ebbe riscontro.

In preda alla disperazione, il giovane si gettò a terra e cominciò a piangere così tanto che le sue lacrime si trasformarono in torrente ricongiungendosi al mare e raggiungendo così per sempre l’amata.

E proprio dal greto del torrente, che fu chiamato Gaziano, ebbe origine l’antica Bagnara.

I “malumbri”

Ma la storia di Bagnara è ricca di tanti miti e leggende che rivestono di un alone misterioso soprattutto il suo nucleo più antico.

La gente racconta, ad esempio, che la ripida scalinata che collegava il borgo arcaico a quello dei pescatori, la notte si anima di strane creature, “i malumbri”.

Le famose ombre scure, considerate nell’immaginario calabrese portatrici di sventura, costringevano chiunque calcava quei gradini a fare il segno della croce nella speranza di trovare indulgenza durante il passaggio. Per questo ancora oggi è conosciuta semplicemente come “’a cruci”.

I pescatori, invece, memori delle lontane invasioni piratesche, quando vanno per mare di notte raccontano di grosse palle di fuoco e di lamenti. Mentre fra le mura dell’antica torre Ruggero che si eleva a picco sul mare, la gente giura di aver visto spettri in abiti musulmani: ombre di pirati che cercano di rapire fanciulle che tentano invano di scappare.

La patria di Shakespeare

Un’altra curiosa “leggenda” racconta che la cittadina reggina abbia dato i natali addirittura a William Shakespeare.

Il più grande drammaturgo di tutti i tempi, secondo alcune teorie, sarebbe in realtà Michelangelo Florio Crollalanza, nato a Bagnara da un medico e da una nobildonna messinese, trasferitisi in seguito oltre lo Stretto.

La famiglia fu perseguitata dall’Inquisizione e costretta a fuggire in diverse città del nord Italia, per poi ripiegare a Londra, dove Michelangelo avrebbe trasformato il suo nome nell’equivalente inglese di quello della madre: Guglielma Crollalanza, William Shakespeare.

A comprovare la strana teoria c’è il fatto che la maggior parte delle opere del genio inglese è ambientata in Italia; che Shakespeare era un uomo di immensa cultura dall’accento marcatamente straniero, il che male si concilierebbe con l’essere figlio di un povero guantaio e col non aver mai lasciato la cittadina di Stratford-on-Avon. Cittadina che, peraltro, egli non nominò mai nelle sue opere e che non conserva memoria della sua giovinezza.

Non si sa se questa teoria peregrina sarà mai dimostrata, per ora le origini bagnaresi di Shakespeare rimangono leggenda. Ma forse, chissà: un giorno, nuove prove potrebbero far saltar fuori la sua vera identità, con grande dolore degli inglesi.

Del resto, è come se qualcuno ci dicesse che Dante era francese. Non lo prenderemmo certo bene!