A San Giorgio Morgeto il vicolo più stretto d’Italia

Quaranta centimetri e trenta scalini, il "Passetto del re" vanta il primato di essere il vicolo più stretto d'Italia. Poco distante la "Scalinata Beffarda" dove si narra che la fata Morgana prese in giro re Artù

Posto su un colle, alla cui sommità si trovano i ruderi del Castello, San Giorgio Morgeto con la sua impronta medievale sembra un presepe. L’antico borgo è uno dei 37 comuni che fanno parte del Parco Nazionale dell’Aspromonte ed è riconosciuto come uno dei centri più belli di tutta la Calabria.

Re Morgete e San Giorgio

Secondo le leggende, il borgo fu fondato da re Morgete, successore del mitico re Italo, e che dopo l’invasione saracena del 986 che distrusse gran parte delle città costiere, assunse anche il nome di San Giorgio, per essere stato risparmiato dalla furia degli invasori, grazie alla protezione del santo, venerato presso il monastero basiliano.

San Giorgio Morgeto conserva ancora oggi tante bellezze da ammirare e sono molte le leggende e le curiosità che ammantano di fascino il borgo medievale, che attrae anche per i preziosi presepi artigianali, tradizione secolare che attira migliaia di visitatori nel periodo natalizio.

Il castello Morgezio

A dominare il paese è il Castello Morgezio, risalente al 1296, uno dei più grandi esempi di architettura difensiva normanno-sveva in tutta la Calabria. La fortezza è anche uno dei luoghi del cuore del FAI e le sue origini sfumano tra storia e leggenda.

Secondo le fonti (come le opere di Proclo, Plinio e Strabone), fu edificato da Morgete, re degli Enotri, nel IX-X secolo, per difendere il paese dalle incursioni saracene.

In epoca normanna fu ampliato grazie a Ruggero I d’Altavilla, per subire ulteriori modifiche nei periodi successivi ed essere definitivamente abbandonato nel XVI secolo.

Ancora oggi, sono visibili i suoi resti, collocati su uno sperone di roccia che domina l’intera Piana.

Il borgo medievale

Oltre ai ruderi del castello, il borgo medievale conserva intatto la sua bellezza nei monumenti, negli edifici di grande pregio architettonico e nelle numerose chiese.

Al centro della piazza, c’è uno dei simboli di San Giorgio Morgeto, la Fontana Grande (chiamata anche “Bellissima), realizzata in granito, restaurata nel 1664, con in cima un altorilievo di Venere in marmo bianco.

All’entrata del paese, c’è il trecentesco Convento dei Domenicani, che fu un importante centro di studi e cultura per l’intero Mezzogiorno e che ebbe tra i suoi illustri studenti il filosofo Tommaso Campanella.

Da vedere anche la Chiesa Matrice dell’Assunta, al cui interno c’è la cosiddetta Pietra Santa, antico oggetto di culto.

La scalinata beffarda

San Giorgio Morgeto vanta anche la presenza di numerosi angoli suggestivi e curiosi da visitare, come la Scalinata Beffarda, detta anche la Scala di Morgana. Si tratta di una scalinata molto particolare, posta nel centro storico, cui è legata una leggenda che tira in ballo addirittura la fata Morgana e re Artù.

Si narra che la leggendaria fata, il cui spirito aleggia da secoli sullo Stretto di Messina, sottrasse al fratello il fodero della spada Excalibur che aveva il potere di proteggerlo.

Morgana nascose il fodero ai piedi del maniero di San Giorgio Morgeto, sicura che Artù sarebbe venuto a cercarlo.

E così fu. Ma quando il re sopraggiunto in paese interrogò la sorellastra, lei, maestra degli inganni, gli rispose di cercarlo tra i vicoli, dove una scalinata si sarebbe fatta beffa di lui.

Artù, capendo di essere stato raggirato, rinunciò alla ricerca del fodero, consapevole di andare incontro al suo fatale destino.

E ancora oggi si narra che, quando si alza il vento, nel vicolo della scalinata, riecheggia una risata beffarda che solo gli animi puri riescono a sentire.

Il Passetto del Re

Negli ultimi anni, San Giorgio Morgeto è diventata famosa grazie ad un altro vicolo: il “Passetto del Re” che, con i suoi 40 centimetri di larghezza (per circa 30 scalini), vanta il record di vicolo più stretto d’Italia.

La storia del vicoletto è strettamente collegata a quella del Castello: attraversandolo, infatti, si arriva direttamente al piazzale antistante la fortezza.

Il nome, secondo le leggende, deriva dal fatto che re Morgete lo usasse come via di fuga in caso di invasioni e attacchi. I più maliziosi invece sostengono che venisse utilizzato dal sovrano per recarsi indisturbato, senza essere visto, dalle sue cortigiane.

Qualunque sia il reale utilizzo del vicoletto, pare che percorrerlo sia di buon auspicio e che sia in grado di curare le “pene d’amore”, facendo ritrovare la pace e il buonumore.

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