A Reggio intitolata una via al medico Sturiale

Nel rione Santa Caterina la cerimonia di intitolazione con familiari, amici e il consigliere Cuzzocrea in rappresentanza dell'amministrazione comunale

Demetrio Sturiale è stato “un marito, un padre, un nonno meraviglioso che si è profuso in amore e protezione. Era la nostra bussola, la nostra quercia e le asperità della vita lo hanno piegato ma non abbattuto. Un professionista serio, stimato e che doti umane avesse, come la sua ironia travolgente, la sua saggezza, la capacità di tirare il buono e il meglio da ogni situazione”. A ricordare la figura dell‘illustre medico reggino è la figlia Patrizia, nel corso della cerimonia dell’intitolazione della strada a suo padre nel rione Santa Caterina.

A fare gli onori di casa, insieme a familiari e amici, il consigliere comunale Pino Cuzzocrea che ha scoperto la targa che ha segnato l’ufficialità dell’intitolazione, Domenico Cappellano, presidente della Commissione Toponomastica e i rappresentanti dell’Ordine dei medici, il presidente Pasquale Veneziano e il vice Giuseppe Zampogna, oltre a tanti colleghi del dottore scomparso.

«Prosegue la grande attività della Commissione toponomastica, siamo arrivati a più di seicento intitolazioni di strade e speriamo che possano esserci ancora giornate come questa per ricordare persone che hanno tenuto alto il nome della nostra città con le loro opere e che fatto il bene di Reggio, che possano essere da esempio per noi e per chi verrà dopo» ha evidenziato Pino Cuzzocrea nel portare i saluti del sindaco Giuseppe Falcomatà e dell’amministrazione comunale.
A rammentare chi era Sturiale ci ha pensato il genero Domenico Tromba che ha ripercorso la sua vita «da medico ospedaliero – e pioniere – per la nascita del centro trasfusionale dell’ospedale della nostra città». Demetrio Sturiale ha insegnato gratuitamente alla scuola infermieri della Croce rossa, è stato anche titolare di uno dei più antichi e stimati laboratori di analisi cliniche e presidente dell’Ordine dei medici di Reggio Calabria. «Un grande uomo – ha concluso il genero – che con professionalità, umiltà, onestà e allegria portava un filo di sorriso anche nelle situazioni più gravi per malattia o altro».

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