Gerace, il borgo dello sparviero - CULT and Social

Gerace, il borgo dello sparviero

Gerace, perla dello Ionio o Firenze del Sud è un borgo della provincia reggina dove il tempo sembra essersi fermato

Un viaggio nel borgo che incantò Edward Lear

Ci sono luoghi dove il tempo sembra essersi fermato e Gerace è sicuramente uno di questi. «Ogni roccia, santuario o palazzo a Gerace sembravano essere sistemati e colorati apposta per gli artisti» scriveva Edward Lear nel suo “Diario di un viaggio a piedi” (1847) ed ancora oggi la cittadina aspromontana, è un soggiorno obbligato per giovani e meno giovani. La “perla dello Jonio”, definita anche la “Firenze del Sud”, in un itinerario che segue l’andamento della roccia su cui è adagiata, si distingue oltre che per le bellezze naturali, per il centro urbano di impronta squisitamente medievale fusa in un susseguirsi di culture millenarie. Dopo l’imperdibile sosta nel Borgo Maggiore, caratteristico per le abitazioni scavate nel tufo, si può godere delle innumerevoli bellezze architettoniche: gli antichi palazzi del Balzo e del Tocco, la Prigione dei Cinque Martiri, il Castello normanno. Proseguendo in un percorso religioso, sono da visitare la suggestiva S. Maria del Monserrato di origine bizantina e l’Annunziatella, restituita ai cittadini dopo il lungo restauro e la piazza delle Tre Chiese. Immettendosi in via Zaleuco, fra ricchi palazzi e grandi portali si arriva a Piazza Tribuna dove domina la maestosa cattedrale romanico-normanna (1045), al cui interno è possibile vedere il prezioso tesoro e diverse reliquie, compreso un frammento della croce di Cristo. Fuori dalla cinta muraria è situata la “piana di Gerace”. Dalla passeggiata delle Bombarde, dove si erge la cinquecentesca Porta del Sole, il panorama è spettacolare: la vista si perde sulla costa in un susseguirsi di città e paesaggi che spaziano da Punta Stilo a Capo Spartivento in un momento di suggestiva bellezza e poesia che lasciò a bocca aperta anche Lear, tanto da definirlo «di gran lunga il più maestoso e superbo luogo» visto in Calabria.

Tra storia e leggenda

Il nome Gerace si fa risalire al greco hierax, sparviero. La leggenda narra, infatti, che gli abitanti della costa in fuga dalle razzie operate dai saraceni, siano stati guidati da uno sparviero che indicò il luogo in cui rifondare la città al riparo dalle incursioni. Secondo altri, il toponimo deriverebbe dal bizantino Aghia Kyriakì (S. Ciriaca). Il ritrovamento della necropoli di età protostorica, in ogni caso, fa supporre che il sito sia stato abitato sin dal neolitico. Durante l’età imperiale romana, Gerace divenne presidio militare; in seguito assistette ad un susseguirsi di dominazioni. Sotto i bizantini prima e i normanni dopo, divenne una vera e propria civitas. Passò, quindi, agli Svevi e successivamente agli Angioini e agli Aragonesi. Nel 1300 venne dichiarata “città regia”, poi elevata a contea e a marchesato e “venduta” ai Grimaldi che la elevarono a principato mantenendone la titolarità fino al 1806. Con la restaurazione borbonica, Gerace divenne capoluogo di distretto. Nel 1847 partecipò ai moti carbonari conclusi con l’esecuzione capitale dei giovani rivoluzionari. Con l’unità d’Italia, la città fu sottoposta a una forte pressione fiscale che causò una disastrosa ondata migratoria e vide trasferire anche la sede municipale a Gerace Marina, l’odierna Locri. Iniziò così un lungo periodo di decadenza destinato a durare almeno fino agli anni ’70, quando fu avviata una sensibile ripresa che ha portato il borgo a consacrarsi a pieno titolo come splendida città d’arte e cultura.

Flash sul borgo

Gerace fa parte del club “I borghi più belli d’Italia”, l’associazione costituita nel 2001 dall’ANCI (Associazione dei Comuni Italiani), con lo scopo di promuovere e valorizzare il grande patrimonio storico, artistico, culturale e ambientale presente nei piccoli centri italiani.

Arte, Gusto e Curiosità

La rupe paradisiaca che affascinò Edward Lear e che ricorda il passaggio dell’allora ufficiale di fanteria, Edmondo De Amicis, offre molte cose al turista. Oltre alla possibilità di assistere, per strada, alla maestria degli esperti artigiani impegnati a modellare vasellame di foggia greca e ad ammirare le opere d’arte ricamate a mano dalle donne del luogo, il borgo, tra celebrazioni religiose e manifestazioni culturali, è in festa tutta l’estate: dalla rassegna “Il Borgo Incantato” al festival “Musicarchitettura”, alla caratteristica festa patronale.

Nella calda stagione è possibile infatti assistere a diverse iniziative: dallo spettacolo degli artisti di strada per la rassegna “Il Borgo Incantato” al caratteristico “Ballo del cavallucciu”, durante il quale un uomo veste un’armatura cosparsa di piccole micce che iniziano ad esplodere. Dopo essersi imbevuti della millenaria dose di cultura è possibile rinfrancarsi in Contrada Ropolà, una pineta mista a lecci e querce da sughero, gustando un buon picnic e della fresca acqua di sorgente. Chi è di buona forchetta può gustare la cucina geracese, ricca di sapori intensi e spezie profumate tipica della civiltà contadina, sapientemente riproposta dai ristoranti locali. Il tutto innaffiato con il famoso vino “Greco di Gerace”, e accompagnato dal buon gelato artigianale o dai “rafioli”, tipici dolci geranesi, a base di farina uovo e zucchero.

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