21 agosto 1860: Garibaldi e la stele al Castello aragonese
Il 21 agosto 1860 si ricordano la battaglia di piazza Duomo e la resa dei Borbonici. Ad imperituro ricordo la stele al Castello Aragonese e la "devozione" della città che assegnò anche un vitalizio all'eroe dei due mondi
Agosto è il mese garibaldino per eccellenza per Reggio Calabria. Proprio ad agosto infatti la nostra città fu al centro di due eventi di portata storica: la Spedizione dei Mille che pose le basi dell’unità d’Italia e la spedizione d’Aspromonte del 25 agosto 1862 che, ad unità avvenuta, mise invece in evidenza le fragili basi del nuovo Stato proclamato il 17 marzo del 1861. Proprio come oggi, 164 anni fa, invece, il 21 agosto del 1860, Garibaldi conquistò Reggio Calabria a conclusione di quella che è passata alla storia come la Battaglia dipiazza Duomo e che è ricordata nella stele in pietra eretta davanti al Castello Aragonese.
Lo Sbarco dei Mille e la battaglia a piazza Duomo
Siamo, appunto, nell’agosto del 1860. La famosa Spedizione dei Mille partita da Quarto a Genova sbarcò a Melito Porto Salvo nella notte tra il 18 e il 19 agosto. Garibaldi e più di 3mila Camicie Rosse attraversarono lo Stretto di Messina e arrivarono sulle nostre coste a bordo dei piroscafi Torino e Franklin con l’obiettivo di risalire la penisola italiana.
Dopo la presa di Melito le truppe garibaldine, insieme alle forze già sbarcate e a quelle calabresi, si riunirono alle porte di Reggio Calabria.
Dal Sant’Agata a Ravagnese, prima del sorgere del sole i garibaldini entrarono in città e fecero ripiegare l’esercito borbonico verso piazza Duomo. Da tutti i lati accerchiarono le truppe regie e fecero fuoco. Era il 21 agosto.
La battaglia fu cruenta e fece numerose vittime, anche tra i garibaldini.
Ma per i Borbonici circondati da ogni parte, la situazione si fece insostenibile e furono costretti a ripiegare nel Castello Aragonese dove, quando ormai la città era in mano alle truppe di Garibaldi, nel pomeriggio fu firmata la resa.
Dopo la vittoria, fu nominato governatore della provincia Antonino Plutino con “poteri illimitati” e Garibaldi scrisse al Capo di Stato maggiore Sirtori di far sbarcare “quanta gente potete, imbarcateli ove volete, e sbarchino al sud di Villa S. Giovanni”. Per continuare così la risalita del Paese che portò alla consegna di tutto il Mezzogiorno nelle mani di Vittorio Emanuele II.
La stele al Castello Aragonese
A memoria della vittoria garibaldina e della violenta battaglia del 21 agosto 1860, l’amministrazione pose la stele in pietra che ancora oggi spicca tra le aiuole che circondano il Castello Aragonese.
Ad imperituro ricordo si legge: “Su questo munito e forte castello, primo baluardo continentale del regno delle Due Sicilie, Giuseppe Garibaldi, i patrioti di Reggio e tremila Camicie rosse, dopo una battaglia cruenta e decisiva, issarono il Tricolore dei mille nel nome della libertà e dell’unità d’Italia e di tutti gli italiani”.
La devozione di Reggio per Garibaldi
Reggio Calabria fu sempre “devota” all’eroe dei due mondi, cui eresse un monumento ad opera di Alessandro Monteleone (il primo ottocentesco ad opera di Rocco Larussa, pur sopravvivendo al terremoto del 1908 fu danneggiato dai bombardamenti del 1943) che ancora oggi svetta nella piazza che porta il suo nome. Sempre a suo nome intitolò il principale salotto della città, il Corso Garibaldi, appunto.
E, forse non molti sanno, che l’amministrazione cittadina nel 1874 assegnò anche un vitalizio annuo di mille lire a Garibaldi. Egli accettò per poi rinunciarvi tre anni dopo, dichiarando di non averne più bisogno e di “destinare quella somma ad opera di beneficenza”.
Quando poi, il generale spirò, il 2 giugno 1882, la città si riunì in piazza Vittorio Emanuele per rendergli doveroso tributo e fu dichiarato lutto nazionale che fece rinviare persino l’inaugurazione del museo civico fissata per il 4 giugno al 18 giugno.